L’euro si è indebolito nel pomeriggio significativamente. La valuta europea è scesa fino a 1,2486 dollari. Si tratta del più basso livello da 26 mesi.
La Banca Centrale Europea aveva fissato ieri scorso il cambio euro-dollaro a 1,2598 (mercoledì: 1,2737).
Il dollaro beneficia delle notizie arrivate dal fronte macroeconomico. Il Chicago PMI, un indicatore del settore manifatturiero statunitense, è balzato ad ottobre ai massimi da un anno. L’indice Michigan relativo alla fiducia dei consumatori è salito questo mese ai più alti livelli dal luglio del 2007. I due dati hanno alimentato l’aspettativa che la Federal Reserve alzerà i tassi d’interesse già nella prima metà del 2015.
Mentre l’economia statunitense si sta chiaramente rafforzando, l’Eurozona continua a dare segnali di debolezza. L’inflazione “core“, ovvero depurata dai prezzi degli alimentari e dell’energia, ha rallentato ad ottobre allo 0,7%, dallo 0,8% di settembre. Le vendite al dettaglio sono calate a settembre in Germania, la prima economia dell’area della moneta unica, del 3,2%. Si è trattato del più forte calo dal maggio del 2007.