Euro sempre più debole, chi ci guadagna?

Un laptop mostra un grafico

Dalla Newsletter di Borsainside dello scorso 10 novembre:

Lo scorso 4 settembre la Banca Centrale Europea ha sorpreso i mercati tagliando i suoi tassi d’interesse al minimo storico dello 0,05%. A seguito della notizia l’euro è andato a picco scendendo in pochi secondi da 1,31 a 1,30 dollari. Durante le scorse settimane la moneta unica si è indebolita ulteriormente. Giovedì scorso è stata violata, per la prima volta dall’estate del 2012, quota 1,24 dollari.

Il piano di Mario Draghi è dunque perfettamente riuscito. Il numero uno dell’Eurotower punta infatti a sostenere la ripresa dell’economia con un indebolimento dell’euro. Un tasso di cambio più debole ha un grande vantaggio per gli esportatori europei: la loro merce all’estero diventa meno cara, quindi più attraente. Ciò ha un impatto positivo anche sui mercati azionari. Le imprese dell’indice Stoxx Europe 600 generano quasi il 50% dei loro ricavi al di fuori dell’Europa. L’euro debole migliora la loro competività e spinge gli utili. Alla fine ne trae vantaggio l’economia.

E l’euro potrebbe scendere ancora. Draghi ha indicato la scorsa settimana che la BCE è pronta a lanciare ulteriori misure non convenzionali se dovesse essere necessario. Allo stesso tempo la politica monetaria della Fed sta diventando meno espansiva a seguito del miglioramento delle condizioni dell’economia statunitense. Il programma di allentamento quantitativo è stato terminato ad ottobre e per la prima metà del 2015 è atteso il primo rialzo dei tassi d’interesse. Il biglietto verde dovrebbe di conseguenza restare forte. Molti analisti prevedono che l’euro scenderà nel medio termine a 1,20 dollari. Ma quali sono di concreto le imprese che beneficiano dell’indebolimento della moneta unica? Borsainside ne indica alcune che sembrano particolarmente interessanti per un possibile investimento.

Sanofi (FR0000120578) genera tre quarti del suo giro d’affari al di fuori dell’Eurozona, di cui più del 40% negli USA. Il titolo ha sofferto sensibilmente durante le scorse settimane a causa dei timori legati al rallentamento delle vendite dei farmaci per la cura del diabete. Alla fine di ottobre il board ha inoltre licenziato il CEO Christopher Viehbacher. La visibilità è al momento scarsa. Tuttavia una buona parte delle notizie negative sembra essere ormai scontata. Sanofi presenta attualmente una bassa valutazione. Il cash flow resta robusto e la nomina di un nuovo CEO potrebbe tranquillizzare i mercati. Sanofi dispone oltre a ciò di un interessante pipeline di prodotti in via di sviluppo. Il gruppo farmaceutico ha per esempio sviluppato il primo vaccino contro la febbre di dengue. Il prodotto dovrebbe essere lanciato sul mercato nella seconda metà del 2015. Se l’euro dovesse rimanere debole l’impatto sui risultati di Sanofi sarebbe decisamente positivo.

Luxottica (IT0001479374) beneficia fortemente della debolezza dell’euro. Il leader del settore dell’occhialeria ha infatti un’elevata esposizione negli Stati Uniti e una buona parte delle sue vendite è denominata in dollari. Dopo le sue recenti perdite il titolo è diventato più interessante dal punto di vista valutativo. A nostro avviso i timori del mercato relativi ai cambiamenti ai vertici del gruppo sono eccessivi. Il nuovo modello di governance non dovrebbe avere un grande impatto sull’operatività. Grazie all’eccellente portafoglio di marchi, all’innovazione del prodotto e all’estesa rete distributiva a livello globale, Luxottica continuerà ad avere una profittabilità nettamente superiore a quella dei gruppi rivali.

Il dollaro gioca un ruolo chiave anche per BMW (DE0005190003). Il costruttore di automobili genera circa un quinto del suo giro d’affari oltreoceano. Alcuni analisti hanno calcolato che ogni punto percentuale che l’euro perde rispetto al biglietto verde fa aumentare l’utile prima delle tasse di BMW di circa €45 milioni. Tale calcolo non include i positivi effetti valutari sui ricavi in Cina, un mercato che sta diventando sempre più importante per il gruppo tedesco. La scorsa settimana BMW ha annunciato dei solidi risultati per i primi nove mesi de 2014. L’Ebit ed i ricavi hanno superato le attese degli analisti. BMW ha venduto dall’inizio dell’anno 1.529.880 veicoli, il 6,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Nella sola Cina le vendite sono balzate del 18%. BMW ha confermato di attendersi per il 2014 un utile prima delle tasse record. Le vendite dovrebbero superare quest’anno per la prima volta nella storia del gruppo 2 milioni di unità.

Un altro beneficiario della debolezza dell’euro è Kering (FR0000121485). Il titolo dell’impresa madre di Gucci quota con un forte sconto rispetto all’intero settore del lusso. Kering ha deciso di recente di operare direttamente e non più attraverso i licenziatari sul mercato dell’occhialeria. Questa scelta strategica dovrebbe spingere i margini del gruppo di François-Henri Pinault nel medio-lungo termine. Il miglioramento della situazione sul fronte dei cambi potrebbe fornire addizionali impulsi alla crescita degli utili. Non escludiamo inoltre che Kering possa decidere di cedere la sua quota di maggioranza in Puma (DE0006969603). Le difficoltà della compagnia impegnata nell’abbigliamento sportivo hanno pesato negli ultimi anni sull’intero gruppo. Una vendita di Puma verrebbe accolta perciò positivamente dagli investitori e permetterebbe a Kering di concentrarsi maggiormente sul mercato del lusso.

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