L’Arabia Saudita e la Russia hanno concordato di agire in modo congiunto per stabilizzare i prezzi del petrolio. Lo hanno comunicato i ministri dell’Energia dei rispettivi Paesi a Hangzhou, in Cina, dove si sta svolgendo il G20.
Arabia Saudita e Russia hanno discusso di un tetto alla produzione, senza tuttavia prendere a proposito alcuna decisione. “Per il momento non c’è alcun bisogno di congelare i volumi produttivi”, ha spiegato Khalid Al-Falih, il ministro saudita dell’Energia. Il suo collega russo, Alexander Novak, ha indicato che l’accordo rappresenta “un momento storico nelle relazioni tra i membri dell’OPEC ed i Paesi non-OPEC”.
Il patto siglato tra Riad e Mosca prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro che dovrebbe incontrarsi per la prima volta ad ottobre. I due Paesi non hanno fornito alcun dettaglio su come vogliano stabilizzare i prezzi del petrolio. Entrambi i ministri hanno però affermato di essere ottimisti che la collaborazione condurrà ad un stabilizzazione delle quotazioie del greggio.
Al-Falih ha invitato gli altri Paesi dell’OPEC a partecipare all’accordo stipulato con la Russia. Decisivo per il successo del cartello dei produttori di petrolio sarà la partecipazione dell’Iran. Teheran ha rifiutato ultimamente più volte di porre un tetto alla produzione. Dopo la fine delle sanzioni occidentali il Paese vuole dapprima incrementare la sua attività produttiva. Novak ha affermato che la Russia ritiene che all’Iran debba essere permesso di recuperare il livello di produzione che aveva prima dell’embargo.
I prezzi del petrolio sono in un primo momento balzati di più del 4%, ma hanno poi ridotto significativamente i loro rialzi dopo che si sono appresi i dettagli dell’accordo tra Arabia Saudita e Russia. Il future sul Brent con scadenza novembre guadagna al momento lo 0,8% a $47,18 al barile. Il future sul WTI con scadenza ottobre sale dell’1,1% a $44,91 al barile.
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