Deutsche Bank non può pagare maxi multa USA. Rischio nazionalizzazione?

Quattordici miliardi di dollari, ovvero 12,5 miliardi di euro, è la somma record che il Dipartimento di Giustizia statunitense vuole far pagare a Deutsche Bank (DE0005140008) per chiudere l’inchiesta civile relativa alla crisi dei subprime. Gli Stati Uniti accusano la banca tedesca di aver venduto prima dello scoppio della bolla immobiliare titoli legati ai mutui tacendo consapevolmente che i redditi di molti mutuatari fossero ingigantiti oppure falsificati.

La maxi multa rappresenta per Deutsche Bank un vero problema. L’istituto con sede a Francoforte ha infatti accantonato per i contenziosi legali solamente 5,5 miliardi di euro. Questa cifra comprende anche 2,5 miliardi di euro per le accuse di riciclaggio di denaro in Russia. Tirando le somme restano a disposizione 3 miliardi di euro per pagare gli Stati Uniti.

Anche se dopo le trattative con il Dipartimento di Giustizia la somma da sborsare dovesse ridursi, Deutsche Bank sarebbe costretta a contabilizzare la multa miliardaria come una perdita e a raccogliere nuovo capitale. Ciò avrebbe d’altra parte due conseguenze. In primo luogo, la svalutazione nel bilancio lascerebbe Deutsche Bank con un capital buffer inferiore ai requisiti prudenziali e alle autorità di vigilanza non sarebbe permesso essere indulgenti con la banca. Un aumento di capitale attraverso l’emissione di nuove azioni sarebbe difficilmente realizzabile dopo il forte calo del titolo. Un anno fa Deutsche Bank quotava sopra 26 euro, oggi vale meno di 12 euro e la sua tendenza resta orientata verso il basso. In secondo luogo, la banca dovrebbe emettere un numero molto elevato di azioni per raccogliere il capitale necessario. Ciò penalizzerebbe gli attuali azionisti.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti dovrebbe essere quindi a conoscenza che Deutsche Bank non è in grado di pagare una maxi multa da 14 miliardi di dollari. Anche supponendo che le due parti possano incontrarsi quasi a metà strada, ovvero a 8 miliardi di dollari, come si attendono ormai i mercati, si tratterebbe di un colpo durissimo per la banca tedesca.

Deutsche Bank, uno dei più grandi ed importanti istituti di credito europei, si trova già da tempo in forti difficoltà. Il 2015 si è chiuso con una perdita record di 6,8 miliardi di euro. Nel primo semestre di quest’anno i ricavi sono calati di 4 miliardi di euro e l’utile è stato inferiore al miliardo.

Indipendentemente da quale sarà l’esito delle trattative con il Dipartimento di Giustizia, potrebbe essere dunque necessaria una parziale nazionalizzazione di Deutsche Bank. La Germania ha già salvato durante la crisi finanziaria Commerzbank (DE0008032004). Berlino controlla ancora il 17% della seconda banca del Paese. Visto che le nuove norme europee non permettono più che i salvataggi bancari ricadano sulle spalle dei contribuenti, un’alternativa potrebbe essere una maxi fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank. Anche a questa operazione potrebbe partecipare il governo tedesco.

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