Quasi tutti i principali metalli industriali si apprezzano oggi a Londra. Il protagonista della seduta è il nichel. Dopo aver aggiornato i massimi da sei mesi a $10.745 per tonnellata, il future sale al London Metal Exchange (LME) dell’1,5% a circa $10.700 per tonnellata.
Il nichel beneficia dell’aumento dei timori legati ad un possibile calo dell’offerta sul mercato. Dopo aver concluso la loro revisione ambientale delle miniere, le Filippine, il maggiore produttore mondiale del metallo, hanno raccomandato oggi la sospensione di altre 20 miniere. Gli operatori hanno sette giorni per fare ricorso. Sono ora 30 i siti filippini, inclusi 18 produttori di nichel, sospesi oppure che rischiano la sospensione.
Tuttavia alcuni analisti avvertono che i recenti guadagni del prezzo del nichel potrebbero essere stati eccessivi. Citigroup ritiene che sia troppo presto per valutare quale sarà l’impatto nel lungo termine della decisione del governo filippino. “Le sospensioni saranno permanenti, avranno il tempo per mettersi in regola? Alcune miniere non hanno detto quali problemi hanno e generalmente sono state conformi alle normative”, ha osservato la banca d’affari.
Anche Standard Chartered è prudente: “Sono corse molte voci e c’è molta preoccupazione sui tagli della produzione nelle Filippine, ma dobbiamo attendere gli sviluppi e le misure adottate dal governo”, hanno indicato gli analisti.
Alcuni esperti ritengono che il prezzo del nichel ricadrà verso il basso quando il mercato realizzerà che la produzione filippina è già scesa quest’anno ed è stata rimpiazzata dal ferro-nichel dell’Indonesia. Il prezzo del metallo dipende molto dalla domanda da parte della Cina, il suo maggiore consumatore. Circa due terzi delle forniture globali di nichel vengono utilizzate per produrre acciaio inossidabile.
Tra gli altri metalli la quotazione dell’alluminio sale dello 0,5% a quasi $1.670 per tonnellata, il piombo si apprezza dello 0,6% a $1.960, lo stagno dello 0,6% a $19.850 e lo zinco dell’1,5% a $2.325.
Il prezzo del rame perde controtendenza lo 0,5% a circa $4.815 per tonnellata. A pesare è soprattutto l’apprezzamento del dollaro. La valuta statunitense sale dopo che Hillary Clinton ha chiaramente vinto il primo dei tre dibattiti televisivi con Donald Trump. Se il dollaro si apprezza le materie prime denominate nel biglietto verde, come il rame, diventano meno appetibili per chi possiede altre divise. Il prezzo del metallo rosso scende anche perché gli investitori temono un surplus di offerta sul mercato dopo che la sua produzione è stata dall’inizio dell’anno più elevata del previsto.
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