Il prezzo del rame salirà di più del 40% fino al 2020 perché il mercato globale sarà nei prossimi anni in deficit. Lo afferma Pan Pacific Copper, il maggiore produttore giapponese del metallo rosso.
Pan Pacific Copper ha presentato oggi a Tokyo le sue previsioni per i prossimi anni. Il gruppo minerario si attende che dopo un surplus di 110.000 tonnellate nel 2016, la domanda di rame supererà nel 2017 l’offerta di 52.000 tonnellate. Il deficit dovrebbe in seguito continuare fino alla fine del decennio.
“La domanda crescerà”, ha dichiarato il presidente Yoshihiro Nishiyama. “La produzione non riuscirà a tenere il ritmo della domanda a causa dell’assenza di nuove forniture da parte delle miniere”.
Pan Pacific Copper prevede che la produzione di rame salirà il prossimo anno a 22,68 milioni di tonnellate, da 22,36 milioni di tonnellate nel 2016, mentre il consumo si attesterà a 22,73 milioni di tonnellate da 22,25 milioni di tonnellate.
In questo contesto, secondo le stime della compagnia, il prezzo medio del rame dovrebbe salire nell’arco di quattro anni a $7.000 per tonnellata, da $5.200 nel 2017 e $4.800 nel 2016.
La scorsa settimana già Citigroup aveva espresso ottimismo sulle prospettive del rame perché la nuova offerta ha raggiunto la capacità massima e la domanda in Cina è aumentata. La banca d’affari prevede che il deficit si amplierà ed i prezzi aumenteranno dal prossimo anno fino al 2020.
Di tutt’altro avviso è Goldman Sachs. All’inizio di agosto la casa d’investimento americana aveva avvertito che una tempesta stava per abbattersi sul mercato del rame con il rischio di un calo dei prezzi a $4.000 per tonnellata nell’arco dei prossimi 12 mesi. Secondo gli analisti sulle quotazioni del metallo dovrebbero pesare l’accelerazione dell’offerta da parte delle miniere, il calo dei costi per i produttori ed il rallentamento della domanda.
Durante l’intero mese di settembre il rame si è apprezzato del 5,3%, registrando il più forte rialzo mensile dal febbraio del 2015. Tuttavia la performance dall’inizio dell’anno (+3,8%) è stata decisamente inferiore a quella degli altri metalli industriali.
Il prezzo del rame ha perso oggi al LME (London Metal Exchange) lo 0,9% a $4.819 per tonnellata. Secondo gli operatori a pesare sarebbero state le vendite da parte dei fondi dopo che il future non è riuscito a spezzare quota $4.900. Venerdì scorso il rame era salito fino a $4.889 per tonnellata, ovvero ai massimi dal 3 agosto.
Per quanto riguarda gli altri metalli, lo stagno ha perso oggi lo 0,5% a $19.925, il piombo l’1,2% a $2.097 e il nichel il 2,1% a $10.350. L’alluminio ha guadagnato lo 0,2% a $1.677 e lo zinco l’1,1% a $2.404.
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