Cambio euro-dollaro: Focus su Deutsche Bank e Fed

La crisi di Deutsche Bank (DE0005140008) potrebbe tornare ad influenzare il cambio euro-dollaro. Secondo le ultime indiscrezioni di stampa il CEO John Cryan non sarebbe riuscito a trovare un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sull’entità della multa per il caso subprime.

Durante i giorni scorsi i timori relativi alla situazione di Deutsche Bank si erano fortemente ridotti dopo che l’agenzia stampa AFP aveva scritto che la banca tedesca era vicina a patteggiare per $5,4 miliardi, contro i $14 miliardi richiesti originariamente dalle autorità statunitensi.

Anche il secondo dibattito televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump avrà probabilmente all’inizio della settimana un impatto sul cambio euro-dollaro. Lo scontro tra i due candidati presidenziali si terrà a St. Louis alle 3 del mattino di lunedì (in Italia). Trump è già fortemente indebolito a causa dello scandalo delle frasi sessiste. Il secondo round televisivo potrebbe far aumentare ulteriormente l’aspettativa di una vittoria di Clinton e sostenere il dollaro.

Mercoledì la Fed pubblicherà le minute dell’ultima riunione del suo comitato esecutivo (FOMC), tenutasi il 21 settembre. Allora l’istituto centrale statunitense aveva indicato che le condizioni per un rialzo dei tassi si erano rafforzate, ma aveva voluto aspettare di vedere ulteriori progressi verso i suoi obiettivi.

A muovere il cambio euro-dollaro saranno la prossima settimana anche i molti discorsi degli esponenti della Fed. Dopo il rallentamento del mercato del lavoro nel mese di settembre settembre, gli investitori si chiedono se i toni diventeranno più da “colomba”. La stessa presidente della Fed, Janet Yellen, parlerà venerdì all’Economic Conference di Boston.

Tornando in Europa, gli appuntamenti più attesi della settimana sono l’indice ZEW tedesco e i dati sulla produzione industriale nell’Eurozona, in programma rispettivamente martedì e mercoledì.

Dopo il flash crash di venerdì, la sterlina resterà sul forex al centro dell’attenzione. Un eventuale ulteriore indebolimento della valuta britannica causato dai timori relativi ad una “hard Brexit” potrebbe pesare anche sull’euro.

Intanto dagli ultimi dati del Commitment Of Trades (COT) è emerso che gli speculatori sulle valute hanno ancora incrementato la loro esposizione sul dollaro. Nella settimana conclusasi il 4 ottobre, gli investitori non commerciali, come gli hedge funds, hanno aumentato le posizioni nette lunghe sul biglietto verde di $0,82 miliardi a $10,52 miliardi. Si tratta del più alto livello da inizio agosto.

La Banca Centrale Europea ha fissato venerdì scorso il cambio euro-dollaro a 1,1140 (giovedì: 1,1185). L’euro è sceso la scorsa settimana dello 0,2%, ma si è apprezzato dall’inizio dell’anno del 2,6%.

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