Eni (IT0003132476) ha annunciato venerdì la partenza del primo lotto di greggio prodotto dal giacimento giant di Kashagan dall’impianto di trattamento a terra e destinato all’esportazione.
Il gruppo petrolifero italiano si attende che la produzione, riavviata a seguito del completamento delle operazioni di sostituzione delle pipeline, aumenterà gradualmente fino a un primo livello di 180.000 barili al giorno, con un target di 370.000 barili al giorno che sarà raggiunto entro la fine del prossimo anno.
Il giacimento giant di Kashagan si trova a nord del mar Caspio, a circa 80 chilometri a sud est di Atyrau, in Kazakistan ed è uno dei più grandi giacimenti petroliferi scoperti negli ultimi 40 anni, con riserve stimate di 35 miliardi di barili di olio in posto.
Secondo Eni, considerate le dimensioni e le caratteristiche tecniche, ambientali e logistiche, Kashagan rappresenta uno dei progetti industriali più complessi e sfidanti realizzati a livello mondiale.
Il cane a sei zampe detiene nel consorzio per lo sviluppo di Kashagan una partecipazione del 16,81%. Gli altri partner del consorzio, rappresentato dall’operatore NCOC (North Caspian Operating Company), che opera all’interno dell’accordo North Caspian Sea Production Sharing (NCSPSA), sono KazMunayGas (16,88%), ExxonMobil (16,81%), Shell (16,81%), Total (16,81%), la CNPC (8,33%) e Inpex (7,56%).
Il progetto Kashagan è stato afflitto da una serie di ritardi e da un’esplosione dei costi. Il budget, stimato nel 2008 a 38 miliardi di dollari, è balzato a 53 miliardi di dollari. Dopo un breve avvio nel 2013 il consorzio è stato costretto a bloccare la produzione perché gas sulfurei avevano corroso le condotte sottomarine che trasportavano il petrolio dal largo nel Mar Caspio fino alla terraferma in Kazakistan.
Il greggio del Kashagan arriva su un mercato già saturo, dove i prezzi di Brent e WTI si sono dimezzati negli ultimi tre anni. Le aspettative per le esportazioni dal giacimento hanno spinto l’OPEC ad alzare a settembre le stime sull’offerta non-OPEC nel 2017.
Tuttavia alcuni analisti credono che l’espansione del progetto Kashagan procederà più lentamente di quanto si attenda il consorzio di cui fa parte anche Eni. Wood Mackenzie, per esempio, stima che il giacimento produrrà nel 2017 in media 154.000 barili al giorno. Secondo la società di consulenza, inoltre, la soglia dei 300.000 barili prodotti giornalmente dovrebbe essere superata solo nei primi anni del prossimo decennio.
Dall’inizio di ottobre Eni si è apprezzato del 4,7%. Il titolo ha beneficiato del forte aumento del prezzo del petrolio dopo che l’OPEC ha raggiunto un accordo preliminare per limitare la sua produzione per la prima volta da otto anni. Deutsche Bank ha alzato di recente il suo rating da “Hold” a “Buy” fissando un target sul prezzo a 15,25 euro. Secondo la banca d’affari tedesca il rapporto rendimento/rischio di Eni sarebbe diventato più favorevole, anche grazie all’avvio della produzione nel progetto di Kashagan.
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