Non si arresta il rally del prezzo del rame. Il future a tre mesi ha guadagnato al LME (London Metal Exchange) lo 0,7% a $4.991 per tonnellata. Si tratta della decimo rialzo di fila. Nel corso della seduta il rame è salito fino a $5.003 per tonnellata, ovvero ai massimi dal 13 luglio.
Le scorte di rame nei magazzini del LME sono calate di 5.600 tonnellate, a 305.000 tonnellate. Il metallo rosso ha continuato oltre a ciò a beneficiare dei positivi dati relativi all’attività manifatturiera cinese. La Cina consuma circa la metà del metallo rosso prodotto nel mondo.
L’IWCC (International Wrought Copper Council) prevede che la domanda cinese di rame aumenterà quest’anno del 4,1% a 10,5 milioni di tonnellate ed il prossimo del 2,4% a 10,75 milioni di tonnellate. L’associazione industriale ha indicato che sussiste la possibilità che la sua previsione per il 2017 si riveli prudente. L’IWCC si attende che sul mercato mondiale del rame ci sarà nel 2016 un modesto deficit di 120.000 tonnellate che nel 2017 dovrebbe ridursi a 60.000 tonnellate.
A sostenere il prezzo del più importante metallo industriale è stata inoltre di nuovo la debolezza del dollaro. Il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è sceso oggi fino a 96,96 punti, dai 97,15 punti di ieri. Se il dollaro si indebolisce le materie prime denominate nella valuta statunitense diventano più appetibili per chi possiede altre divise.
Durante l’intera settimana il rame si è apprezzato del 3,1%. Si è trattato del secondo rialzo settimanale di fila.
Tra gli altri metalli di base Il piombo ha guadagnato oggi al LME lo 0,4% a $2.100 (+1,7% in settimana) e lo stagno lo 0,9% a $21.300 (+3,2% in settimana). L’alluminio ha perso lo 0,5% a $1.722 (+0,2% in settimana), il nichel lo 0,2% a $10.460 (+0,3% in settimana) e lo zinco l’1,6% a $2.447 (+2,1% in settimana).
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