Il prezzo del rame chiude in flessione, analisti scettici dopo il rally

Il prezzo del rame ha chiuso oggi al LME (London Metal Exchange) in flessione. Il future a tre mesi ha perso lo 0,9% a $5.520 per tonnellata. Nel corso della seduta è stato toccato un minimo da una settimana a 5.360 per tonnellata.

Dopo il recente rally sul rame sono scattate delle prese di beneficio. Secondo alcuni analisti i guadagni della scorsa settimana sarebbero stati eccessivi. Commerzbank ha indicato che dal punto di vista fondamentale non è cambiato nulla e che il mercato del rame sarà probabilmente anche il prossimo anno in surplus. La banca tedesca non esclude quindi che i prezzi possano tornare sotto 5.000 dollari a tonnellata.

Il rame si è apprezzato la scorsa settimana di più dell’11%, registrando la migliore performance settimanale dal 2011. A scatenare gli acquisti sul rame è stata l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Il tycoon newyorkese ha promesso forti investimenti nelle infrastrutture. Gli investitori scommettono di conseguenza che la domanda del metallo rosso salirà significativamente.

Goldman Sachs ha alzato le sue stime sul prezzo del rame ma ha avvertito in una nota che il mercato è diventato “troppo ottimista, troppo velocemente”. A detta della banca d’affari a stelle e strisce le ulteriori prospettive sarebbero negative dagli attuali livelli, l’impatto della vittoria di Trump sulla domanda di metalli non sarebbe ancora chiaro.

Prima dell’apertura delle contrattazioni al LME c’era stata già una brusca frenata alla Borsa di Shanghai. Molti speculatori cinesi hanno chiuso le loro posizioni rialziste. I deflussi dai future sono stati elevati. Allo Shanghai Futures Exchange il prezzo del rame ha chiuso in ribasso del 4,3% a 43.670 yuan.

Tra gli altri metalli di base, il nichel ha guadagnato oggi al LME lo 0,3% a $11.290, il piombo lo 0,6% a $2.209 e lo zinco lo 0,3% a $2.614. Lo stagno ha perso il 2,5% a $20.300. L’alluminio ha chiuso invariato a $1.735.

Il calo del prezzo del rame ha pesato sensibilmente sui titoli dei principali titoli minerari al London Stock Exchange (LSE). Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il 6,7% Antofagasta (GB0000456144) il 5%, BHP Billiton (GB0000566504) il 4,9%, Glencore (JE00B4T3BW64) il 5,5% e Rio Tinto (GB0007188757) il 4,5%.

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