Dopo sei sedute positive di fila, il prezzo del rame ha chiuso oggi al LME (London Metal Exchange) in forte flessione. Il future a tre mesi ha perso il 3% a $5.705 per tonnellata.
Il crollo del prezzo del petrolio ha avuto oggi un impatto negativo sull’intero mercato delle materie prime. Gli investitori temono che l’OPEC non riuscirà a trovare un accordo per limitare la sua offerta di greggio (Prezzo petrolio a picco, l’Iran si rifiuta di tagliare la sua produzione).
A pesare sui prezzi dei metalli è stato inoltre l’aumento della quotazione del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi fino a 101,64 punti, dai 101,16 punti di ieri. Un dollaro più forte è un fattore negativo per i metalli, che sono denominati nel biglietto verde, perché li rende più cari per chi possiede altre divise.
In questo contesto molti investitori che volevano partecipare al recente rally sono stati costretti a chiudere le loro posizioni. Ciò ha incrementato la spirale ribassista. Il piombo, che ieri aveva chiuso ai massimi da più di cinque anni, ha perso il 6,7% a $2.354 per tonnellata. Si è trattato per il metallo della peggiore seduta dal 2011. Nonostante l’odierno crollo il piombo si è apprezzato a novembre di quasi il 15%.
Lo zinco, che ieri aveva toccato i massimi dall’ottobre del 2007, ha chiuso in calo del 6,6% a $2.710 per tonnellata. Era da sei anni che il prezzo del metallo utilizzato nella galvanizzazione dell’acciaio non registrava un tale calo in una sola seduta.
Tra gli altri metalli industriali, l’alluminio ha perso oggi al LME l’1,5% a $1.721, il nichel il 4,7% a $11.085 e lo stagno il 2,3% a $20.575.
Tutti i principali titoli minerari hanno chiuso oggi al London Stock Exchange (LSE) in forte ribasso. Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il 2,6%, Antofagasta (GB0000456144) il 3,9%, BHP Billiton (GB0000566504) il 3%, Glencore (JE00B4T3BW64) l’1,3% e Rio Tinto (GB0007188757) il 2,3%.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!