Il prezzo del rame ha chiuso l’ultima seduta della settimana in forte ribasso. Il future a tre mesi ha perso al LME (London Metal Exchange) l’1,7% a $5.635 per tonnellata. Le scorte di rame nei magazzini delle borsa londinese dei metalli sono cresciute di altre 11.775 tonnellate a 307.075 tonnellate. Si tratta del più alto livello da sei settimane. Dai minimi raggiunti lo scorso 8 dicembre le scorte sono aumentate del 40%.
A pesare è stata inoltre la persistente forza del dollaro. Il Dollar Index ha superato, per la prima volta dal dicembre del 2002, quota 103 punti. L’apprezzamento del dollaro è negativo per i metalli di base, che sono denominati nel biglietto verde, perché li rende più cari per chi possiede altre valute. Durante l’intera settimana il metallo rosso ha perso il 3,3%.
Il piombo ha perso il 4,5% a $2.245 per tonnellata (-3,2% in settimana). Commerzbank ha indicato in una nota che in base ai dati della ILZSG (International Lead and Zinc Study Group), il mercato mondiale del piombo ha registrato nei primi dieci mesi del 2017 un surplus di 35.000 tonnellate. “Nonostante la produzione sia stata ridotta di circa l’1%, la domanda è scesa due volte tanto”, ha spiegato la banca tedesca.
Tra gli altri metalli di base l’alluminio ha perso oggi al LME l’1,1% a $1.717 (-2,2% in settimana), il nichel l’1,3% a $11.170 (-2,6% in settimana) e lo zinco il 3% a $2.730 (+0,7% in settimana). Lo stagno ha chiuso sostanzialmente invariato a $21.230 (+1,5% in settimana).
Quasi tutti i principali titoli minerari hanno chiuso oggi al LSE (London Stock Exchange) in ribasso. Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso l’1,9%, Antofagasta (GB0000456144) il 2%, BHP Billiton (GB0000566504) lo 0,5% e Glencore (JE00B4T3BW64) l’1,3%. Rio Tinto (GB0007188757) ha guadagnato lo 0,1%.
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