L’euro è sceso la scorsa settimana sensibilmente rispetto al dollaro. A pesare sono stati i segnali da “falco” arrivati dalla Fed. Come ampiamente scontato, i tassi d’interesse sono stati alzati mercoledì di 25 punti base in una fascia tra lo 0,50% e lo 0,75%. Ha sorpreso invece il “dot plot”, il grafico che rappresenta le previsioni dei singoli membri dell’istituto, da cui è emerso che i rialzi nel 2017 potrebbero essere tre, anziché due. La notizia ha messo le ali al biglietto verde. Il cambio euro-dollaro è precipitato sul forex fino a 1,0367 dollari, ovvero ai minimi dall’inizio del 2003.
Mentre una buona parte del mercato scommette ora che le due valute raggiungeranno presto la parità, una casa d’investimento va controcorrente. Si tratta della britannica Investec che prevede una ripresa dell’euro durante il 2017. Questa previsione si basa soprattutto sull’aspettativa che la BCE annuncerà alla fine del prossimo anno l’inizio del “tapering”, ovvero della graduale riduzione dei suoi acquisti di titoli.
“Ci attendiamo che il dollaro perderà terreno rispetto all’euro durante il 2017. Un importante catalizzatore sarà nel tardo 2017 la discussione su un ridimensionamento del programma di allentamento quantitativo a partire dal 2018”, ha affermato Philip Shaw, stratega di Investec. “Ci aspettiamo che il tapering degli acquisti di asset diventerà un tema di primo piano per i mercati verso la fine del 2017. Prevediamo che il ritmo degli acquisti sarà ridotto al minimo nel corso della prima metà del 2018”, ha aggiunto.
Shaw ritiene inoltre che l’ulteriore potenziale del dollaro sia limitato. Secondo l’analista l’aspettativa di più elevati tassi di interessi negli Stati Uniti sarebbe ormai prezzata nel tasso di cambio.
Shaw crede anche che i timori legati agli eventuali sviluppi politici nell’Eurozona siano eccessivi. L’esperto ha indicato che i voti di protesta del 2016, che includono il “sì” alla Brexit nel Regno Unito, la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti ed il “no” alla riforma costituzionale in Italia, hanno tutti mostrato che dopo un contraccolpo iniziale i mercati si sono ripresi velocemente.
Shaw non sminuisce l’impatto negativo che avrebbe il tentativo di un altro membro dell’UE di uscire dalla comunità, osserva tuttavia che sono solo due i Paesi in cui ci potrebbe essere un referendum sull’appartenenza all’UE. Uno è l’Italia, dove il Movimento 5 stelle potrebbe vincere un eventuale voto anticipato dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi. L’altro è l’Olanda, dove il Partito per la Libertà di Geert Wilders sta salendo nei sondaggi e potrebbe imporsi alle elezioni nazionali che si terranno in primavera.
D’altra parte, sottolinea Shaw, in entrambi i Paesi potrebbero esserci significativi ostacoli legali per ottenere il via libera ad un referendum sull’appartenenza all’Unione Europea.
“Come la modifica della politica monetaria della Fed ha sostenuto il dollaro, supponiamo che una fine dell’allentamento quantitativo della BCE comporterà una simile rivalutazione dell’euro e spingerà il cambio euro-dollaro a 1,14 entro la fine del 2017”, ha concluso.
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