Pressata al ribasso dal crescente rischio Brexit, la sterlina sembra poter ottenere qualche soddisfazione dalla pubblicazione di una buona serie di buoni dati domestici. Su tutti, rileviamo la recente diramazione dell’aggiornamento statistico sull’inflazione, che è risultata poter salire più delle attese, passando da 1,8 per cento a 2,3 per cento, e dunque già oltre il target fissato. In aggiunta a ciò, è stata migliore del previsto l’indagine CBI sul settore industriale, in grado di denotare una stabilizzazione dell’indice a quota 8, contro le attese di diminuzione a quota 5, indicando in tal senso che il settore continua a beneficiare del passato deprezzamento della sterlina.
Inoltre, il mercato sta iniziando a inglobare nuove valutazioni sui prossimi comportamenti della Bank of England. Di fatti, dopo che nel corso dell’ultima riunione BoE di giovedì scorso , la scelta sui tassi è stata assunta con il dissenso di un componente (che votato per un rialzo immediato) sta iniziando a farsi strada l’aspettativa che nel corso dei prossimi mesi anche altri membri BoE possano optare per un rialzo visto valutato che l’inflazione è destinata salire ulteriormente sia quest’anno sia il prossimo.
Ad ogni modo, attenzione a non riporre eccessiva fiducia nella visione di cui sopra, che è evidentemente poco coerente, considerato che i rischi verso il basso sulla crescita che sono posti da Brexit sono molto insistenti (ci torneremo più volte nelle prossime settimane) e riteniamo che l’istituto monetario non potrà che tenerne conto, almeno finché dai negoziati non emergeranno indicazioni a favore di un accordo accettabile. Indicazioni che, tuttavia, riteniamo che potrebbero tardare, visto e considerato che le posizioni in capo alle due parti sono ancora molto distanti, e potrebbero non riavvicinarsi nel breve termine…
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