Mancano solamente 24 ore al via del lungo percorso che condurrà il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. È infatti il 29 marzo la data prevista dal governo di Theresa May per poter avviare i negoziati che disciplineranno i rapporti commerciali tra Londra e Bruxelles una volta che l’oltre Manica… sarà molto “oltre”. Ma che cosa accadrà nelle prossime ore e nei prossimi mesi?
Cominciamo sul brevissimo termine. Una volta che il governo May comunicherà a Bruxelles l’intenzione di ricorrere alla normativa del trattato UE che permette di uscire dall’area comune, prenderanno il via i 24 mesi utili per poter trovare un accordo che potrà regolare i rapporti tra le due parti. A questo punto, Bruxelles dovrà comunicare ai Paesi membri la decisione del Regno Unito, comunicare le linee guida dei negoziati, di conseguenza, convocare un vertice che ha – tra l’altro – anche il compito di individuare chi condurrà i negoziati per conto comunitario.
Fin qui, i passi “semplici” e prevedibili. Il difficile verrà nel momento in cui le due parti dovranno sedersi a un tavolo comune per poter cercare di comprendere come uscire fuori da questa situazione di stallo che – ricordiamo – è una “prima volta” per entrambe. Per il momento le posizioni sono estremamente distanti: l’Unione Europea spingerà affinchè Londra metta sul tavolo i 60 miliardi di euro che “dovrebbe” pagare per uscire, mentre Londra vorrà avviare subito i negoziati per le relazioni commerciali, unitamente alla negoziazione sullo “sconto” dei 60 miliardi sopra accennati.
L’impressione è dunque che i primi mesi di negoziati saranno molto difficili e molto duri. E che, in fondo, a rimetterci potrebbe essere la sterlina: più salirà l’incertezza intorno alla Brexit e al suo esito, e più la valuta britannica potrebbe essere costretta a ripiegare sulle proprie posizioni, ritardando il recupero di quelle perse nel post referendum.
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