Il Parlamento Europeo tra poche ore voterà una risoluzione per poter definire ufficialmente le condizioni e gli obiettivi delle proprie negoziazioni con il Regno Unito, sulla base delle linee guida definite da Tusk.
Come abbiamo avuto modo di anticipare qualche giorno fa, tra le priorità dell’UE figura la parità di diritti dei cittadini UE che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono nell’UE. Inoltre, nel progetto di risoluzione appare il riferimento che il Regno Unito rimarrà membro dell’UE fino alla sua uscita ufficiale e da ciò ne conseguono diritti ma anche obblighi quali gli impegni finanziari, che potrebbero protrarsi oltre la data d’uscita. L’UE sembra altresì intenzionata a ribadire la propria posizione su una futura relazione economica che sia caratterizzata da accordi specifici in ogni settore.
A questo punto, e con tale biglietto da visita da parte comunitaria, è ben lecito ritenere che il processo negoziale si sta profilando tutto in salita, con rischi verso il basso per la sterlina a ogni eventuale stallo o nuovi conflitti tra le parti. Insomma, per la sterlina si preannuncia un periodo di grandissima incertezza, con continui rischi di deprezzamento.
Un ulteriore elemento di variabilità potrebbe essere inotre offerto dai dati macro in uscita. Ieri a favorire l’arretramento della quotazione della sterlina è stato il dato del PMI manifatturiero, che ha mostrato a marzo il terzo calo consecutivo, indicando che l’incertezza sul fronte Brexit inizia a pesare sui piani d’investimento delle imprese. L’indice rimane comunque su livelli piuttosto elevati, e stabile in media trimestrale rispetto al quarto trimestre 2016, con conseguente reazione modesta del cambio. Oggi sarà invece la volta del PMI servizi, atteso pressoché stabile sui livelli del mese precedente.
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