I dati macro in area euro migliorano, ma il cambio non sembra poter beneficiare di un sostegno sul fronte del calendario economico. Una situazione che potrebbe durare ancora per qualche settimana, fino a quando in seno alla BCE non si formerà una valutazione tendenzialmente omogenea.
Di fatti, partendo dai dati macro, la lettura finale del PMI manifatturiero dell’area euro ha confermato la stima preliminare di ulteriore miglioramento nel mese di marzo, ma questo non è stato in grado di fornire slancio all’euro. Come abbiamo avuto modo di anticipare, infatti, a contenere lo slancio positivo dell’euro ha contribuito in buona parte l’atteggiamento della Banca Centrale Europea che, pur non negando il miglioramento in atto del quadro congiunturale – elemento in grado di costituire gradevole premessa per l’avvio di una svolta di policy monetaria tra fine 2017 e inizio 2018 – cerca di prevenire il formarsi di attese premature di rialzo dei tassi.
Tra i principali membri dell’istituto monetario, Praet ha in particolare ribadito che sarebbe comunque ragionevole chiudere il programma di acquisti prima di iniziare ad alzare i tassi, con una successione che non ha chiari riferimenti temporali. Un altro membro della BCE, Coeurè, ha invece avvisato che l’area euro dovrebbe prepararsi a tassi più elevati entro un tempo relativamente breve.
Per quanto concerne le previsioni euro, al di là dei dati macro economici di questo periodo (la settimana non è ricchissima) riteniamo che il mercato possa prestare molta attenzione alle varie dichiarazioni dei membri della Banca Centrale Europea per verificare se l’istituto monetario possa effettivamente abbandonare o meno la guidance sui tassi già alla riunione di giugno, per uno sviluppo che sarebbe favorevole all’euro. Tuttavia, nel brevissimo termine è probabile che la BCE ribadisca la necessità di un approccio ancora cauto, evitando importanti apprezzamenti dell’euro.
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