Morgan Stanley ci dice che cosa farà la BCE nei prossimi anni

Il governatore della BCE, Mario Draghi, è atteso da una lunga serie di decisioni di particolare rilievo. Le quali, tuttavia, difficilmente avranno un punto di partenza nella giornata di giovedì, visto e consideato che nel meeting di aprile dell’istituto monetario non ci si attendono particolari novità (se non fosse per una revisione dello scenario): la riunione dovrebbe dunque essere sostanzialmente preparatoria per le novità di giugno che – quelle si – si prospettano sicuramente più corpose. E dopo che cosa accadrà?

A rispondere a questa domanda ci hanno pensato gli economisti di Morgan Stanley, che hanno realizzato una serie di stime di corto e medio raggio, tutte da verificare.

La scaletta degli interventi – come già accennato – inizierà con la riunione di giugno, consideato che la riunione di aprile dovrebbe essere intermedia e non particolarmente impattante. A metà 2017, invece, è molto probabile che Draghi possa lasciar cadere il riferimento alla possibilità – se necessario – di impostare tassi più bassi, per segnalare un atteggiamento differente dalla Banca centrale.

Digerita la modifica alla guidance, dopo l’estate, nella riunione di settembre, la BCE potrebbe dar seguito al tapering, con l’annuncio di una riduzione degli acquisti, attualmente pari a 60 miliardi di euro al mese, con partenza effettiva da gennaio 2018, e non in modo netto, bensì con un probabile taglio graduale di 10 miliardi di euro al mese, giungendo così a esaurimento nella metà del 2018.

Superato tale scoglio, a settembre di quell’anno è finalmente possibile che Draghi metta mano ai tassi rialzando di 10-15 punti base il tasso sui depositi (cioè il tasso che viene applicato alla liquidità che le banche lasciano parcheggiate presso Francoforte, e che è ora in negativo dello 0,4%).

Contrariamente a quanto agito dalla Fed, pertanto, ci sarebbe un arco temporale relativamente più ristretto tra la fine del quantitative easing (giugno 2018?) e il rialzo dei tassi (settembre 2018?), anche se quello di rifinanziamento principale (attualmente a zero) non dovrebbe esser toccato ancora per qualche tempo.

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