Cosa è lecito attendersi (e cosa no) da questo 2017? Per poter formulare una risposta che abbia i canoni dell’attendibilità, Pwc lo ha chiesto a 550 grandi investitori e chief executive officer, raccogliendo poi i risultati del suo sondaggio in un’analisi che fa il punto su quattro grandi temi: l’evoluzione sullo scenario economico globale, le sfide che si dovranno fronteggiare nel resto dell’anno, la globalizzazione, la tecnologia.
La crescita economica
Cominciamo dal primo dei grandi temi affrontati, relativi alla crescita economica. Secondo il 45% degli intervistati, l’outlook economico sarà destinato a migliorare, con una percentuale che è il doppio rispetto al 22% del 2016. Il dato sui soli CEO passa al 29% per quanto concerne gli ottimisti, e al 17% per quanto concerne i pessimisti.
Le sfide
Per quanto attiene le sfide, il principale timore sembra essere incentrato nei confronti dell’incertezza geopolitica, che rappresenta evidentemente la maggiore soglia di pericolosità per le singole aziende e per l’economia globale. Preoccupa anche il protezionismo, il futuro dell’area euro e l’instabilità sociale.
La globalizzazione
Per quanto concerne poi la globalizzazione, alcuni investitori hanno sottolineato come tale materia stia favorendo le ineguaglianze e, di conseguenza, l’insorgere di proteste sociali e virate verso il nazionalismo e il protezionismo.
La tecnologia
Giungendo infine alla tecnologia, i professionisti intervistati ritengono che alcuni aspetti del mondo moderno subiranno un miglioramento concreto proprio attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. Tra i vari esempi citati, vi è certamente un richiamo all’intelligenza artificiale, che si stima possa avere impatti positivi, unitamente all’introduzione di nuovi veicoli a guida automatica, energie rinnovabili e tanto altro ancora.
Ad ogni modo, gli investitori ritengono che quanto sopra non potrà che avere impatti sul mercato del lavoro, destinato a cambiare in misura evidente con il passare dei mesi. Le nuove tecnologie, in particolar modo, andranno a modificare le abilità richieste dai manager e dai datori di lavoro, creando una nuova forza occupazionale più moderna.
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