Mai come in questo 2017, il calendario elettorale europeo rischia di lasciare scie particolarmente significative sul fronte economico. E mai come quest’anno, il rischio che gli appuntamenti elettorali del Continente possano alimentare una pericolosa deriva populista sembra essere elevato. Scongiurato il pericolo in Olanda e (quasi) in Francia, rimane ora da chiarire che cosa avverrà con l’appuntamento tedesco e con il poco probabile appuntamento italiano, che sembra essere slittato definitivamente al 2018.
Italia a parte (il nostro Paese, peraltro, è giudicato dagli analisti quale quello maggiormente a rischio deriva populista), l’attenzione non potrà che essere incentrata prevalentemente su quel che accadrà in Germania, prima economia dell’eurozona con un Prodotto Interno Lordo pari a circa 3.000 miliardi di euro, ovvero il 20,6% dell’intero Pil dell’UE, contro il 14,8% della Francia e l’11,2% dell’Italia.
Ricordato quanto sopra, e rammentato che proprio dalla Germania potrebbero derivare gli effetti più nocivi sulla stabilità dell’eurozona nell’ipotesi in cui gli scenari populisti dovessero avere la meglio, è anche opportuno ricordare che da Berlino difficilmente arriveranno sorprese. Lo scenario che si va a profilare con maggiore insistenza è quello di una ennesima grande coalizione, anche se questa volta prevale una maggiore aleatorietà sul suo timoniere (Merkel? Schultz?). Difficilmente si potranno avere clamorose novità sul fronte dei movimenti anti-europeisti, che pur accreditati di recuperare consensi, si scontrano comunque con una percentuale di ottimisti nei confronti dell’UE che in Germania è superiore al 50% (contrariamente a quanto avviene da noi, dove alcuni sondaggi accreditato gli ottimisti pro-UE intorno al 40%).
Insomma, anche in caso di rafforzamento populista tedesco, non sembra che in Germania vi saranno particolari sorprese sulla coalizione (allargata) che continuerà a guidare il Paese. E, archiviato il pericolo olandese e francese, l’incertezza sembra dunque riguardare proprio il nostro Paese, che presto – c’è da scommetterci – diverrà un osservato ancora più speciale…
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