È in programma per oggi la riunione della Banca Centrale Europea, che – riteniamo – non dovrebbe introdurre variazioni piuttosto significative per l’impostazione della politica monetaria. Tuttavia, riteniamo anche che il comunicato a margine del meeting di oggi andrà a preparare la strada per una successiva applicazione dell’attesa strategia di uscita dallo stimolo monetario.
Le condizioni di base sono abbastanza favorevoli: rispetto all’appuntamento della riunione di aprile il quadro macro economico è sicuramente migliorato, con una crescita più solida. Inoltre, l’ottimismo è stato giustificato da alcuni discorsi da parte dei membri del Comitato di politica monetaria e nei verbali della precedente riunione, dove è stato riconosciuto come i rischi sulla crescita economica oggi siano meno sbilanciati verso il basso rispetto al passato, e come vi sia un’evidente contenimento del livello di incertezza relativo allo scenario economico, valutato l’esito positivo delle elezioni francesi.
Più complesse sono invece le valutazioni intorno al quadro per l’inflazione che, dopo la forte accelerazione di inizio anno (che tuttavia avevamo anticipato fosse anonima e non ripetibile), ha dato seguito a un’ampia correzione nel corso del mese di maggio, con l’indice core tornato sui livelli di fine 2013 intorno all’1%. Un dossier ISP sottolinea in tal proposito come le pressioni al rialzo per i prezzi nel medio e lungo termine dipendono ancora dalla risposta delle componenti core alla riduzione dell’eccesso di offerta presente nell’economia.
Ad ogni modo, quanto sopra non sembra essere in grado di rivoluzionare il contesto, dando pertanto concretezza a un processo molto graduale che dovrebbe confermare le stime caute della BCE di una convergenza del CPI core a 1,1% nel 2017, all’1,5% nel 2018 e all’1,8% nel 2019.
Anche alla luce di tali valutazioni, è possibile che nel corso della riunione di oggi la BCE non deliberi alcuna variazione significativa per le stime macro economiche, e che pertanto in termini di comunicazione il comitato si limiti a cambiare il proprio messaggio, segnalando come i rischi sulla crescita diventano “circa bilanciati”. Su fronte previsionale, è possibile che la Banca Centrale Europea possa decidere di abbandonare l’accento ribassista sui tassi.
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