Stando alle ultime rilevazioni compiute dal Bloomberg Barclays Global Benchmark Index, sui mercati internazionali ci sarebbero ancora 6.500 miliardi di obbligazioni in perdita per le tasche degli investitori. Un volume enorme, ma pur sempre (quasi) dimezzato rispetto ai 12.000 miliardi che erano stati raggiunti dopo la Brexit. In altri termini, nell’arco di un solo anno oltre 5.500 miliardi di bond a tassi negativi sono usciti da tale statistica (ma il vero contributo lo si è avuto solo nelle ultime settimane), in un contesto in cui gli investitori stanno preparando il terreno alla riduzione dei bilanci delle banche centrali, e alla normalizzazione della policy monetaria relativa.
Insomma, l’evoluzione statistica di cui sopra si è fatto cenno potrebbe ben essere spiegata con il fatto che i mercati hanno “fiutato” in buon anticipo la fine dell’epoca del denaro a costo sottozero, e si stanno comportando di conseguenza.
In tal senso, Bloomberg sostiene come le forti vendite siano iniziate negli ultimi giorni di giugno, in concomitanza con le dichiarazioni di Draghi da Sintra, in Portogallo (di cui abbiamo parlato diffusamente nelle scorse settimane) e abbiano poi proseguito di buon ritmo negli ultimi giorni.
Dunque, ora che la Federal Reserve ha messo sul tavolo la necessità di iniziare a ridurre il suo bilancio, è probabile che la Banca centrale del Canada si muova in direzione non dissimile, andando a coordinarsi con la sua collega di Washington con un movimento che di primo rialzo del costo del denaro. Più tardiva dovrebbe essere la mossa della BCE, che tuttavia già entro la fine dell’anno dovrebbe annunciare un lento avvio del processo di normalizzazione della propria politica monetaria.
In altri termini, il contesto sta cambiando, e gli investitori si stanno già adeguando. E voi sarete pronti a fare lo stesso?
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