La presentazione del Budget da parte del cancelliere dello scacchiere Hammond ha determinato una contrazione delle quotazioni della sterlina, che si è poi ripresa grazie al generalizzato calo del dollaro di cui abbiamo parlato poco fa.
Per quanto attiene in particolare il primo impatto, rileviamo come l’Office for Budget Responsibility (OBR) abbia rivisto significativamente al ribasso le proiezioni di crescita dell’economia britannica a + 1,5% per quest’anno, a + 1,4% per il prossimo, e a + 1,3% per il 2019 e per il 2020, conducendole pertanto su un livello più pessimistico rispetto a quelle della BoE, e prevedendo un modesto recupero solo nel 2021 a + 1,5% e nel 2022 a + 1,6%.
Alla luce di quanto sopra, vengono di conseguenza riviste al rialzo le stime del deficit, con rinvio nel tempo del raggiungimento del pareggio di bilancio. Tra le misure più significative del budget, complessivamente bilanciato e ancora improntato a criteri di responsabilità fiscale, sono saltate certamente in una condizione di rilevanza mediatica l’abolizione della tassa per l’acquisto della prima casa fino a 300mila sterline, l’incremento della soglia di esenzione fiscale per i redditi delle persone fisiche a 11850 sterline, l’aumento della spesa per il sistema sanitario nazionale e lo stanziamento di 3 miliardi di sterline nei prossimi due anni per i preparativi di Brexit.
A proposito di Brexit, secondo quanto rilanciato con insistenza dai media britannici, Theresa May avrebbe ottenuto il via libera ad aumentare l’offerta sull’exit bill da presentare all’Unione Europea anche da parte degli esponenti del suo governo fautori della linea dura su Brexit. Oggi intanto la premier sarà a Bruxelles e, probabilmente, riuscirà a capire se tale nuova proposta incontrerà o meno il benestare dell’UE.
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