La sterlina ha chiuso la scorsa settimana passata con una posizione di rafforzamento sia nei confronti del dollaro statunitense, sia nei confronti dell’euro, grazie all’emersione delle notizie positive che davano come probabile il raggiungimento di un’intesa a breve su Brexit.
Effettivamente, anche in apertura di questa settimana gli sviluppi sembravano essere sufficientemente favorevoli, poiché è stato raggiunto un accordo sui diritti dei cittadini UE residenti nel Regno Unito e poiché la controproposta britannica sull’exit bill, valutata ora intorno ai 45 miliardi di euro, sembra essersi avvicinata in maniera significativa alla cifra che era stata precedentemente stimata dall’Unione Europea, intorno ai 60 miliardi di euro.
Tuttavia, è ben presto per poter affermare che la strada verso l’obiettivo finale sia oramai in discesa. Il tema su cui nel corso dei colloqui alla fine l’accordo definitivo è saltato è infatti quello relativo al confine irlandese, che ha poi prodotto un immediato arretramento della sterlina contro dollaro ed euro.
Nel dettaglio, la proposta al vaglio era quella di istituire una sorta di “regime a statuto speciale” per l’Irlanda del Nord, per poter evitare la formazione di un “hard border” con accesso “agevolato” al mercato unico. Invece, gli unionisti irlandesi del DUP (che sono alleati “decisivi” di governo, visto e considerato che senza il loro sostegno la premier May non avrebbe la maggioranza) hanno fatto sapere di essere contrari a tale soluzione, poiché andrebbe a compromettere il principio di unità legislativa entro il territorio del Regno Unito, di cui l’Irlanda del Nord fa parte. In aggiunta a ciò, Scozia e Galles – che vorrebbero mantenere l’accesso al mercato unico – hanno chiesto un trattamento analogo a quello proposto per l’Irlanda del Nord.
Sebbene May e i rappresentanti dell’Unione Europea abbiano espresso ottimismo sul fatto che anche questa nuova impasse possa essere risolta, e sebbene abbiano comunicato che si incontreranno nuovamente prima della fine di questa settimana per proseguire i colloqui, è anche vero che a livello politico interno questa questione è tutt’altro che banale, e fino a quando non emergeranno delle notizie favorevoli su questo fronte la sterlina potrebbe far fatica a risollevarsi.
In tale contesto, si avvicina a grandi passi il vertice del 14-15 dicembre, occasione che sarà utile all’UE per poter comprendere se siano o meno stati fatti progressi sufficienti su tutti e tre i temi chiave (incluso anche il confine irlandese) e passare così alla fase due dei negoziati, quella sul futuro accordo commerciale e sul periodo di transizione.
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