Previsioni Forex 2018, come investire nei prossimi giorni

Interessanti movimenti valutari sembrano potersi aprire nel corso dei prossimi giorni e, di conseguenza, rilevanti margini di investimento sembrano proiettarsi per tutti i trader del b. Ma come poter investire in settimana sul mercato valutario? Cerchiamo di riassumere di seguito tutte le principali previsioni Forex, contribuendo a condividere con voi qualche utile spunto!

Previsioni euro

L’euro negli ultimi giorni è sembrato puntare a quotazioni stabili in vista della riunione della BCE del mese di dicembre. Notizie positive intanto arrivano dall’economia: dal Rapporto sulla Stabilità Finanziaria della Banca Centrale emerge infatti che, con 18 trimestri consecutivi di crescita economica, la zona euro si trova in una fase economica positiva e ai massimi da oltre un decennio a questa parte.

In aggiunta a quanto sopra, si tenga conto come gli indicatori prospettici stiano segnanaldo che l‘espansione economica sta finalmente raggiungendo anche i Paesi periferici, e non riguarda pertanto solamente i Paesi centrali, le locomotive economiche del Continente.

Proprio tale scenario più positivo sembra aver guidato l’evoluzione dell’euro negli ultimi giorni, nonostante la volatilità generata dalla questione legata alla formazione del Governo in Germania. Si rafforza in tal modo lo scenario relativo a un finale d’anno con l’euro distante dai massimi dei mesi scorsi e più in linea col rinnovo dell’approccio espansivo dell’Eurotower, dopo che la Banca centrale ha scelto di prolungare gli acquisti quantitative easing, a partire da gennaio 2018, con un ammontare mensile minore (30 miliardi di euro) ma per un periodo di tempo più lungo (9 mesi), lasciando inoltre aperta la strada a un prolungamento, o anche a un nuovo potenziamento, del programma oltre settembre 2018.

Attenzione nel breve termine al ribasso di EUR/USD (vedi paragrafo sul dollaro statunitense), con la valuta unica che però potrebbe riprendere forza già entro 2-3 mesi.

Previsioni dollaro

Le notizie dell’ultima settimana sembrano confermare che nel corso del mese di dicembre la Fed alzerà i tassi di riferimento. Ma non è questa l’unica novità emersa negli ultimi giorni: durante l’udienza per la conferma al vertice della Banca centrale USA a partire da febbraio, infatti, Powell ha dichiarato un nuovo aumento del costo del denaro nella riunione del 13 dicembre, come peraltro ampiamente atteso e in linea con il processo di normalizzazione della politica monetaria della Federal Reserve.

Peraltro, anche dal punto di vista dell’economia le stime degli analisti parlano di una crescita ancora robusta nel Paese, che sembra essere determinata da numerosi fattori che potrebbero giocare un ruolo favorevole nel contribuire al miglioramento degli utili aziendali, grazie alla riforma fiscale.

Lo scenario sembra pertanto essere quello ideale per poter determinare un apprezzamento (comunque non esagerato) sul breve termine per il dollaro statunitense, lasciando per poi spazio entro 3 mesi alla ripresa dell’euro.

Previsioni sterlina

I progressi fra Unione Europea e Gran Bretagna dovrebbero spingere le quotazioni della sterlina in vista della riunione della Bank of England nel corso del prossimo mese di dicembre.

Complessivamente, emerge come la Brexit potrebbe costare alla Gran Bretagna una cifra tra i 45 e i 55 miliardi di euro, posizionandosi un po’ sotto ai 60 miliardi di euro che erano stati originariamente chiesti dall’Unione.

Al di là del costo, non irrilevante (ma “pagato” gradualmente negli anni), l’aver risolto le grane principali della prima parte dei negoziati dovrebbe sostenere la sterlina, in vista del meeting BoE di metà dicembre, dove la Banca d’Inghilterra cercherà di sostenere l’economia con il proprio sostegno di politica monetaria.

Occhio pertanto a un incremento di forza della sterlina già in queste ore.

Previsioni yen

Concludiamo infine con lo yen. Come noto, la BoJ ha scelto di procedere verso una rimodulazione degli acquisti dei bond che, però, non è in contrapposizione con l’approccio espansivo dell’Istituto centrale giapponese.

Secondo gran parte degli analisti, la BoJ dovrebbe andare gradualmente ad allinearsi alle
altre Banche centrali nella riduzione degli stimoli monetari, contribuendo così a incrementare il rischio di una potenziale rivalutazione dello yen. L’ipotesi è sempre al vaglio (e il governatore Kuroda ne ha parlato più volte, pur in maniera prudente), ed è possibile che possa tornare alla ribalta da maggio in poi.

Nessuna novità dovrebbe invece emergere dalla riunione della BoJ in calendario per il prossimo 21 dicembre.

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