Brexit, anche il WTO mette in guardia il Regno Unito dal rischio no-deal

Il responsabile del WTO ha affermato che il Regno Unito potrebbe subire importanti conseguenze commerciali in caso di Brexit senza accordo perché è “molto improbabile” che possa riuscire a concordare in tempo le tariffe e le quote di scambio con gli altri Paesi.

“Nel momento in cui altri Paesi cominceranno a percepire un’opportunità per aumentare la propria quota di mercato o aumentare una quota qua e là, lo faranno” – ha detto il direttore generale Roberto Azevedo alla BBC Radio 4 qualche giorno fa, per poi rammentare come “è molto improbabile che si abbia un risultato concordato al 100% per tutti i membri WTO entro marzo”.

I commenti di Azevedo sono un altro potenziale colpo per il governo britannico, che sta proponendo di replicare gli attuali termini commerciali del WTO dopo l’uscita dall’Unione Europea. Ma gli Stati Uniti e altri sei Paesi si stanno opponendo a questo approccio, e hanno affermato che si aspettano che la Gran Bretagna e l’UE garantiscano che i Paesi che hanno diritto ad accedere ai diritti non stiano peggio di quanto non lo siano attualmente. In alcune aree sensibili come l’agricoltura, sia la Gran Bretagna che l’UE hanno proposto di suddividere le loro quote commerciali congiunte in base alle medie storiche.

Se un membro WTO dovesse registrare la propria obiezione formale, la Gran Bretagna dovrà negoziare un accordo accettabile o essere obbligata a negoziare tariffe e livelli di quote non certificati. Ciò influirebbe non solo sul commercio corrente, quanto anche sulla capacità del governo di negoziare rapidamente nuovi accordi commerciali dopo la Brexit, un punto chiave per i Brexiters che spingono per la massima distanza dall’UE.

Le autorità britanniche hanno parlato della probabilità di una Brexit no-deal nelle ultime settimane, con il segretario del commercio internazionale Liam Fox che ha affermato che le probabilità di un simile scenario sono salite fino al 60%. Il governo ha quindi pubblicato la sua prima guida per le imprese su come far fronte a questo contesto, avvertendo sui potenziali effetti, dai prezzi più elevati alla maggiore burocrazia.

Uno scenario che però “non sarà la fine del mondo, nel senso che il commercio non si fermerà e niente cadrà” – ha detto Azevedo, per poi sottolineare come “non sarà nemmeno una passeggiata nel parco”.

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