Crisi energetica: perché l’Italia non è poi messa così male (grazie anche al TAP)

Sarà un inverno caldo. Non dal punto di vista del meteo, ma dei prezzi del gas che, stando alle previsioni attuali, potrebbero salire a tal punto da rendere inevitabile in Europa una vera e propria crisi energetica, con scarsi livelli di stoccaggio e difficoltà di approvvigionamento. In questo contesto fortemente penalizzate per i consumatori, l’Italia potrebbe comunque subire meno contraccolpi grazie alle sue fonti di approvvigionamento e a una migliore riserva.

E’ questo il punto di vista dell’analista Andrea Battaglia, energy market reporter di ICIS, società leader nel settore delle informazioni su prezzi energetici, che oramai da settimane segue le evoluzioni dei prezzi dei gas naturale e si interroga sui contraccolpi che il previsto aumento autunnale potrebbe avere. Secondo l’esperto, le quotazioni del gas, e di consenguenza quelle dell’energia, hanno raggiunto nuovi record, che si trasformeranno presto in pesanti rincari per i contribuenti europei anche a causa della chiusura di diversi siti produttivi in Regno Unito e Nord Europa. Questa la situazione in essere che, lato operativo, può essere sfruttata per impostare strategie rialziste sul gas naturale attraverso il CFD Trading. A tal proposito ricordiamo che scegliendo un broker autorizzato come eToro (leggi qui la recensione completa) è possibile impare ad investire sui prezzi delle materie prime senza correre il rischio di perdere denaro reale. Merito di tutto questo è della demo gratuita da 100 mila euro virtuali che si può attivare seguendo il link in basso. 

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Inverno freddo con prezzi caldi

I futures – strumenti di tipo derivato che consistono in opzioni di acquisto o di vendita di materie prime e sono basati su previsioni al rialzo o al ribasso delle commodities – sembrano puntare su un deciso rialzo del prezzo del gas naturale già a partire dalla consegna di ottobre. A partire da mese di gennaio di quest’anno, il valore dei futures è cresciuto di circa il 170 per cento.

Il boom delle quotazioni è sostenuto dalla domanda molto tonica dell’area asiatica in un contesto in cui supply chain presenta diverse problematiche. Il costo di questa situazione rischia di essere pagato dall’Europa. Le difficoltà di approvvigionamento dell’energia potrebbero addirittura causare dei blackout diffusi. Inevitabile l’impatto sulle aziende che si vedrebbero incrementare ancora di più i costi già alti dell’energia con conseguente ricaduta sul prezzo del prodotto finito. 

In Italia l’indice dei prezzi al consumo, stando agli ultimi dati dell’Istat, ha registrato nel mese di agosto un aumento del 2 per cento su base annua. A spingere in avanti l’inflazione è stato il forte incremento dei prezzi dei beni energetici che hanno registrato un +19,8 per cento rispetto ad un anno fa con la  componente regolamentata che è addirittura cresciuta del 34,4 per cento.

I prezzi del gas naturale in Europa sono spinti al rialzo dal crollo delle riserve a livelli molto bassi. Secondo l’analista di ICIS, tali valori potrebbero essere addirittura insufficienti in caso di inverno particolarmente rigido anche a causa delle restrizioni che stanno interessanto i flussi di materia prima dalla Norvegia. Anche la mancata entrata in funzione del nuovo gasdotto russo Nord Stream 2 potrebbe avere il suo peso nella crisi energetica che l’Europa potrebbe essere costretta ad affontare nei prossimi mesi.

L’importantissima opera, infatti, è stata consegnata ufficialmente il 10 settembre 2021. Il fatto che i lavori per la realizzazione siano terminati, non significa che il gasdotto è prossimo ad entrare in funzione; anzi le tempistiche sembrano essere decisamente lunghe.

Il Nord Stream 2, infatti, per essere attivo, dovrà ottenere le specifiche certificazioni da parte delle autorità tedesche ed europee. Risultato: il gas che dovrebbe transitare attraverso questo circuito potrebbe arrivare nelle case dei tedeschi non prima di 8 mesi ossia dopo l’inverno. Questa prospettiva non fa altro che spingere al rialzo il prezzo del gas naturale ed è ovviamente tenuta molto in considerazione dai traders che hanno attivato posizioni long su questa materia prima (sui il sito ufficiale eToro)

Italia meno penalizzata dell’Europa in caso di crisi energetica?

In questo scenario da incubo, l’Italia potrebbe risentire meno di una eventuale crisi energetica continentale grazie a due fattori. Il primo riguarda le rigide norme sullo stoccaggio che hanno aiutato a mantenere i livelli di gas in riserva sopra la media dell’Unione Europea. In secondo, luogo le importazioni dall’Azerbaijan tramite il gasdotto TAP e i flussi provenienti da Algeria e Libia, potrebbero portare i prezzi del Punto di Scambio Virtuale (PSV) al di sotto di altri mercati nel nord Europa. Addirittura, secondo gli analisti, non è da escludere che questa posizione di inferiore svantaggio possa consentire all’Italia di esportare una quantità limitata di gas verso gli altri paesi dell’Unione Europea alle prese, loro veramente, con la crisi energetica.

Insomma, per il nostro Paese, lo scenario che il boom delle quotazioni del gas sta profilando in tutta l’area Euro, potrebbe non essere così negativo. 

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