Tutti i principali indici azionari europei hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,4%, il DAX a Francoforte l’1%, il CAC40 a Parigi l’1,6%, il FTSE MIB a Milano il 2,4%, lo SMI a Zurigo lo 0,4% e l’IBEX 35 a Madrid il 4%.
Il tasso dei prestiti in sofferenza delle banche spagnole è salito a febbraio ai massimi da 18 anni. La notizia ha fatto riaumentare i timori dei mercati relativi alla situazione della Spagna. Sulle borse del Vecchio Continente ha pesato inoltre il debole andamento di Wall Street dopo che le trimestrali di colossi del calibro di Intel (US4581401001) e IBM (US4592001014) non hanno potuto soddisfare le attese degli investitori.
Tra i bancari Barclays (GB0031348658) ha perso il 2,9%, Deutsche Bank (DE0005140008) il 2,1%, BNP Paribas (FR0000131104) il 3,2%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618) il 5,2%, Banco Santander (ES0113900J37) il 4% e UBS (CH0024899483) il 2,6%.
ACS (ES0167050915) e Iberdrola (ES0144580Y14) hanno perso rispettivamente il 6,1% e il 7,9%. ACS è stata costretta dalle banche creditrici a cedere una parte della sua quota nella maggiore utility iberica.
Repsol (ES0173516115) ha perso un ulteriore 6,2%. Sul titolo ha pesato ancora la decisione dell’Argentina di nazionalizzare la compagnia petrolifera YPF (ARP9897X1319), controllata dal gruppo spagnolo.
Siemens (DE0007236101) ha perso il 2,5%. Secondo il “Financial Times Deutschland” il conglomerato taglierà i suoi obiettivi per l’intero esercizio.
ASML (NL0000334365) ha perso l’1,6%. Il primo fornitore europeo di apparecchiature per la produzione di semiconduttori ha pubblicato una trimestrale che ha deluso le attese del mercato.
I minerari hanno beneficiato dell’aumento del prezzo del rame. BHP Billiton (GB0000566504) ha guadagnato lo 0,9%, Rio Tinto (GB0007188757) lo 0,6% e Xstrata (GB0031411001) lo 0,8%.
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