Tutti i principali indici azionari europei hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso l’1,7%, il DAX a Francoforte l’1,8%, il CAC40 a Parigi il 2,2%, il FTSE MIB a Milano l’1,8%, lo SMI a Zurigo lo 0,2% e l’IBEX 35 a Madrid il 2,6%.
La pressione sulla Spagna sta continuando ad aumentare a causa dei problemi del settore bancario del Paese. Il rendimento del titolo decennale spagnolo ha superato oggi il 6,7%. Intanto i rischi di un’uscita della Grecia dall’euro restano elevati. Gli ultimi sondaggi elettorali vedono in testa il partito di sinistra radicale Syriza, che si oppone alle misure di austerità. La forte tensione sui mercati si è riflessa sulle odierne aste dell’Italia. La domanda è stata modesta, i rendimenti sono saliti sensibilmente rispetto alle aste di aprile.
Nel settore bancario Royal Bank of Scotland (GB0006764012) ha perso il 3%, Commerzbank (DE0008032004) l’1,7%, Crédit Agricole (FR0000045072) lo 0,9%,
Intesa Sanpaolo (IT0000072618) lo 0,8% e Banco Santander (ES0113900J37) l’1,2%.
Sul settore dell’auto ha pesato il calo della speculazione su degli stimoli per l’economia in Cina. BMW (DE0005190003) ha perso il 3,1%, Daimler (DE0007100000) il 2,5%, Fiat (IT0001976403) il 5,1%, Peugeot (FR0000121501) il 3,5%, Renault (FR0000131906) l’1,5% e Volkswagen (DE0007664005) il 2,9%. Secondo quanto riporta l’agenzia stampa “Xinhua” gli sforzi di Pechino volti a sostenere la crescita economica non saranno della stessa intensità di quelli lanciati durante la crisi finanziaria di tre anni fa.
Tra i minerari Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il 3,6%, BHP Billiton (GB0000566504) il 2,5% e Rio Tinto (GB0007188757) il 4,1%. Il prezzo del rame è sceso oggi a New York ai più bassi livelli da inizio gennaio. Tra i petroliferi BP (GB0007980591) ha perso il 2,1%, Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) l’1,2% e Total (FR0000120271) l’1,9%. Il prezzo del petrolio è sceso oggi ai minimi dallo scorso ottobre.
Fiat Industrial (IT0004644743) ha guadagnato l’1%. La società torinese ha annunciato oggi di aver proposto alla controllata CNH (NL0000298933) di valutare i benefici derivanti da una loro possibile fusione.
Telecom Italia (IT0003497168) ha guadagnato l’1,1%. Bernstein ha alzato il suo rating sul titolo dell’operatore telefonico da “Market Perform” ad “Outperform”.
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