I principali listini azionari europei hanno chiuso anche oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso lo 0,3%, il DAX a Francoforte l’1,2%, il CAC40 a Parigi l’1,5%, il FTSE MIB a Milano il 2,4% e lo SMI a Zurigo l’1,4%. Sulle borse del Vecchio Continente ha pesato anche oggi la crisi del debito sovrano. I tori hanno cercato durante la seduta più volte di reagire, hanno infine capitolato verso la fine delle contrattazioni dopo che Standard & Poor’s ha tagliato anche il rating sovrano della Spagna. L’indice IBEX 35 ha chiuso a Madrid in calo del 3%.
Le vendite hanno colpito anche oggi soprattutto il settore finanziario. Barclays (GB0031348658) ha perso l’1,5%, Royal Bank of Scotland (GB0006764012) l’1,9%, Commerzbank (DE0008032004) il 2,4%, Crédit Agricole (FR0000045072) il 3,5%, UniCredit (IT0000064854) il 3,6%, Banco Santander (ES0113900J37) il 4,2% e UBS (CH0024899483) l’1,4%. Tra gli assicurativi Aegon (NL0000301760) ha perso l’1,8%, Aviva (GB0002162385) l’1,7%, AXA (FR0000120628) il 2,8%, Allianz (DE0008404005) il 2% e Swiss Re (CH0012332372) il 3%.
Tra i settori che hanno sofferto oggi in particolar modo c’è stato oggi anche quello dell’auto. Fiat (IT0001976403) ha chiuso in calo del 3,6%, Renault (FR0000131906) del 4,4% e Volkswagen (DE0007664005) del 3,4%.
Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) ha guadagnato il 2,5%. Il colosso del petrolio ha aumentato lo scorso trimestre i suoi utili e la sua produzione più di quanto atteso dagli analisti. Sulla scia di Shell BP (GB0007980591) ha chiuso in rialzo del 2,5% e BG Group (GB0008762899) del 3,9%.
GlaxoSmithKline (GB0009252882) ha guadagnato lo 0,3%. L’impresa farmaceutica ha aumentato lo scorso trimestre il suo utile del 19% ed indicato che la situazione negli USA sta iniziando a migliorare.
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