I principali indici azionari europei hanno chiuso oggi contrastati. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,2%, il DAX a Francoforte lo 0,3% e lo SMI a Zurigo l’1%. Il CAC40 a Parigi ha perso lo 0,2%, il FTSE MIB a Milano lo 0,3% e l’IBEX 35 a Madrid l’1,3%. Le notizie negative sono state compensate oggi da quelle positive. La Banca Mondiale prevede che l’economia della zona euro calerà quest’anno dello 0,3%. Il Governo tedesco ha da parte sua tagliato le sue stime sulla crescita economica nel 2012.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha comunicato di voler aumentare fino a un massimo di $500 miliardi le risorse da dare in prestito ai Paesi in difficolta’. Secondo quanto riporta inoltre “Bloomberg” la Grecia sarebbe vicina a raggiungere un accordo con gli investitori privati sulla ristrutturazione del suo debito. L’indice ASE ha guadagnato ad Atene il 2,1%.
Nel settore dei semiconduttori Infineon (DE0006231004) ha guadagnato il 2,9%, STMicroelectronics (NL0000226223) il 5,5% e ARM Holdings (GB0000595859) lo 0,5%. ASML (NL0000334365), il primo fornitore europeo di apparecchiature per la produzione di chip, ha pubblicato una trimestrale migliore delle attese degli analisti ed espresso ottimismo sugli ordini nel primo trimestre.
Il settore delle telecomunicazioni ha guidato la lista dei ribassi. Deutsche Telekom (DE0005557508) ha perso l’1,1%, France Télécom (FR0000133308) il 3,4%, Telecom Italia (IT0003497168) il 2,3% e Telefónica (ES0178430E18) il 2,5%. Deutsche Bank ha declassato France Télécom a “Sell”, UBS ha fatto lo stesso su Telefónica.
Accor (FR0000120404) ha guadagnato il 4,3%. Il leader europeo del settore alberghiero ha aumentato lo scorso trimestre i suoi ricavi a parità di perimetro del 3,6% e confermato di attendersi per il 2011 un Ebit di €510 – €530 milioni.
Man Group (GB00B16BRD58) ha guadagnato il 6,8%. Il primo fornitore al mondo di hedge funds ha annunciato delle nuove misure volte a ridurre i suoi costi.
Suez Environnement (FR0010613471) e Veolia Environment (FR0000124141) hanno perso rispettivamente il 2,6% e il 5,5%. L’Antitrust europeo ha aperto un’inchiesta contro le imprese del settore dell’acqua in Francia sospettate di essersi messe d’accordo per fissare i prezzi.
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