Crisi, unione fiscale tra 23 Paesi UE, no di Londra

Un laptop mostra un grafico

I 17 Paesi della zona euro e altri 6 Stati dell’UE hanno raggiunto un accordo su un nuovo trattato per una maggiore disciplina fiscale allo scopo di affrontare la crisi. Lo ha comunicato, dopo una lunga maratona notturna, Herman Van Rompuy, il Presidente del Consiglio Europeo. In precedenza era fallito il tentativo di avere un’intesa per tutti i 27 Paesi dell’UE. José Manuel Barroso, il Presidente della Commissione Europea, ha spiegato che purtroppo non è stato possibile raggiungere unanimità. Il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha puntato il dito sulla Gran Bretagna. Londra avrebbe fatto delle richieste inaccettabili per proteggere la sua industria finanziaria. Anche l’Ungheria ha dichiarato di non voler firmare il nuovo trattato. La Repubblica Ceca e la Svezia vogliono da parte loro consultare i rispettivi parlamenti. Il premier britannico David Cameron ha giustificato il suo no al cambiamento del trattato europeo definendolo una decisione “dura ma positiva per gli interessi del Regno Unito”. Cameron ha indicato: “Se non otteniamo garanzie, è meglio restare fuori”. La Cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta soddisfatta. La Merkel ha osservato che l’UE creerà una nuova unione fiscale che le permetterà di avere un’unione della stabilità introducendo un freno all’indebitamento dei Paesi della zona euro e a quelli che vorranno partecipare. La Merkel è convinta che i Paesi della zona euro riacquisteranno in questo modo credibilità.
Per quanto riguarda gli altri risultati raggiunti la scorsa notte, una partecipazione del settore privato ai piani di salvataggio dei Paesi della zona euro in crisi, come nel caso della Grecia, è stato escluso per il futuro. La politica seguita finora è stata quindi abbandonata. Il fondo permanente salva-stati dovrebbe essere inoltre operativo già nel luglio del 2012 invece che nel 2013.
Per affrontare la crisi nel breve termine i Paesi dell’UE metteranno infine a disposizione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) fino a €200 miliardi.

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