Quasi tutte le principali borse europee hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE MIB a Londra ha perso lo 0,1%, il DAX a Francoforte lo 0,2%, il CAC40 a Parigi lo 0,1%, il FTSE MIB a Milano lo 0,8% e l’IBEX 35 a Madrid lo 0,7%. Lo SMI a Zurigo ha guadagnato lo 0,1%. Dopo i forti guadagni delle scorse sedute sono scattate delle prese di beneficio. I mercati attendono con tensione la riunione del consiglio direttivo della BCE, in programma domani. Gli operatori hanno osservato che un taglio dei tassi di 25 punti base è ormai scontato e che se ciò non dovesse avverarsi le borse potrebbero reagire molto negativamente. La seduta è stata piuttosto tranquilla visto che Wall Street è rimasta ferma a causa della festività dell’Independence Day.
I bancari, che avevano guidato il recente rally, hanno sofferto in particolar modo. Deutsche Bank (DE0005140008) ha perso l’1,2%, BNP Paribas (FR0000131104) lo 0,6%, UniCredit (IT0000064854) l’1,7% e BBVA (ES0113211835) l’1%.
Barclays (GB0031348658) ha chiuso in ribasso dello 0,6%. Il CEO Bob Diamond, che ha annunciato ieri sue dimissioni a causa dello scandalo sulla manipolazione del Libor, ha ammesso oggi di fronte alla Commissione Tesoro del Parlamento britannico “errori” e “comportamenti riprovevoli” nella banca.
I minerari ed i petroliferi hanno ritracciato sulla scia dei prezzi delle materie prime. Nel settore minerario Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso lo 0,7%, BHP Billiton (GB0000566504) lo 0,2% e Rio Tinto (GB0007188757) lo 0,5%. Nel settore petrolifero BP (GB0007980591) ha perso lo 0,5% e Total (FR0000120271) lo 0,4%.
E.ON (DE0007614406) ha perso l’1,6%. Citigroup ha tagliato il suo rating sul titolo del colosso tedesco delle utilities da “Neutral” a “Sell”.
Mediaset (IT0001063210) ha guadagnato il 5,6%. Secondo quanto riporta il “Sole 24 Ore” il network televisivo tedesco RTL e Al-Jazeera sarebbero interessati ad un’alleanza con il gruppo italiano dei media nella pay-TV.
Fiat (IT0001976403) ha guadagnato il 4,8%. L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha dichiarato che se il mercato italiano dovesse rimanere a un milione e quattrocentomila auto uno degli impianti italiani dovrebbe essere chiuso.
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