Tutti i principali indici azionari europei hanno chiuso oggi in ribasso. Il FTSE 100 a Londra ha perso l’1%, il DAX a Francoforte l’1,1%, il CAC40 a Parigi l’1,1%, il FTSE MIB a Milano lo 0,3%, lo SMI a Zurigo lo 0,3% e l’IBEX 35 a Madrid il 2%. Gli ordini di beni durevoli sono aumentati lo scorso mese negli USA meno di quanto atteso dagli economisti. La notizia ha ridotto la fiducia degli investitori nella ripresa dell’economia. A pesare è stato anche l’aumento dei timori relativi alla crisi del debito. Secondo William Buiter, capo economista di Citigroup, il rischio di una ristrutturazione del debito della Spagna non era mai stato così alto.
Tra i bancari Barclays (GB0031348658) ha perso il 2,3%, Commerzbank (DE0008032004) il 2,5%, Société Générale (FR0000130809) il 2,9% e Banco Santander (ES0113900J37) l’1,9%.
Il calo dei prezzi delle materie prime ha penalizzato i minerari ed i petroliferi. Nel settore minerario Anglo American (GB00B1XZS820) ha perso il 3,9%, BHP Billiton (GB0000566504) il 2,1% e Rio Tinto (GB0007188757) il 2,1%. Nel settore petrolifero BP (GB0007980591) ha perso lo 0,7%, Royal Dutch Shell (GB00B03MLX29) lo 0,6% e Total (FR0000120271) l’1,4%.
Finmeccanica (IT0001407847) ha guadagnato il 3,2%. Il gruppo industriale italiano ha registrato lo scorso anno una forte perdita, il suo outlook sul 2012 è stato però migliore delle attese del mercato.
Telecom Italia (IT0003497168) ha guadagnato l’1,7%. J.P. Morgan ha alzato il suo rating sul titolo dell’operatore telefonico da “Neutral” ad “Overweight”.
Nestlé (CH0012056047) ha perso lo 0,4%. UBS ha tagliato il suo rating sul titolo del leader dell’industria alimentare da “Buy” a “Neutral”.
Infineon (DE0006231004) ha guadagnato l’1,8%. Exane BNP Paribas ha alzato il suo target price per il titolo del produttore di chip a €9,50.
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