Quasi tutti i principali indici azionari europei hanno chiuso oggi in rialzo. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,1%, il DAX a Francoforte lo 0,5%, il CAC40 a Parigi lo 0,1%, il FTSE MIB a Milano lo 0,5% e l’IBEX 35 a Madrid lo 0,2%. Lo SMI a Zurigo ha perso l’1,4%. L’ispezione della troika (FMI, UE e BCE) sulla politica fiscale della Grecia ha avuto un esito positivo. La notizia ha messo in ombra i deludenti dati sull’occupazione negli USA e fatto rimbalzare le borse del Vecchio Continente nel finale di seduta. L’indice ASE ha guadagnato ad Atene il 4,4%.
Il rimbalzo è stato guidato dai bancari. Lloyds Banking Group (GB0008706128) ha guadagnato lo 0,5%, Commerzbank (DE0008032004) il 4,3%, BNP Paribas (FR0000131104) il 2,2%, UniCredit (IT0000064854) l’1,6% e BBVA (ES0113211835) l’1,4%. Intesa Sanpaolo (IT0000072618) ha guadagnato il 4,9%. Bernstein ha promosso oggi il titolo della banca italiana da “Market perform” ad “Outperform”.
Il calo dei prezzi delle materie prime ha pesato sui minerari e sui petroliferi. Nel settore minerario BHP Billiton (GB0000566504) ha perso lo 0,9%, Rio Tinto (GB0007188757) lo 0,8% e Xstrata (GB0031411001) lo 0,9%. Nel settore petrolifero BP (GB0007980591) ha perso lo 0,3% e Total (FR0000120271) lo 0,7%.
Fiat (IT0001976403) ha guadagnato il 3,6%. Il Lingotto ha raggiunto un accordo per acquistare la partecipazione del Dipartimento del Tesoro degli USA in Chrysler per $560 milioni.
Siemens (DE0007236101) ha guadagnato l’1,3%. UBS ha introdotto il titolo del conglomerato tedesco ella sua “Key Call List” con un target sul prezzo a €120.
E.ON (DE0007614406) e RWE (DE0007037129) hanno perso rispettivamente l’1,2% e il 2,7%. Secondo il “Financial Times Deutschland” l’uscita della Germania dal nucleare ridurrà i ricavi dei maggiori produttori tedeschi di energia elettrica di €3,5 miliardi all’anno.
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