La settimana di trading che precede la pausa pasquale è stata finora caratterizzata da un trend decisamente negativo, sia a livello europeo che oltreoceano. Le Borse del Vecchio Continente sono rimaste deluse dalle indicazioni contenute nelle minute dell’ultimo incontro del FOMC tenutosi nel mese di marzo che non hanno dato alcun indizio relativo ad un possibile “quantitative easing 3”, lasciando incertezza sulle prossime mosse di politica monetaria della Fed. I mercati finanziari si aspettavano un’azione più decisa da parte di Bernanke, in particolare dopo il suo ultimo discorso in cui aveva sottolineato come la crescita economica statunitense non stia rispettando le aspettative previste dagli analisti economici, nonostante ci siano buoni segnali di crescita in piena controtendenza rispetto alla situazione europea.
A Piazza Affari pesa un report dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha decretato una bassa produttività per i prossimi anni per tutti i maggiori istituti bancari del Bel Paese. I titoli del comparto di credito scendono inevitabilmente, Banca MPS (IT0001334587), UniCredit (IT0000064854) e Banco Popolare (IT0004231566) in testa. Le preoccupazioni relative alla situazione debitoria italiana non si fermano qui purtroppo, negli ultimi giorni infatti lo spread BTP/Bund è risalito a livelli vicini ai 349 punti percentuali nonostante la recente finanziaria e le parole d’incoraggiamento del primo ministro Monti durante la sua visita in Asia. Le paure di una nuova crisi di debito sulla scia di quella greca sono rivolte anche verso la Spagna e il Portogallo la cui situazione obbligazionaria/spread è al momento peggiore di quella italiana.
Nel mercato di trading forex la moneta unica risente del rallentamento di crescita dei Paesi europei e il cross valutario eur/usd cala dello 0,3% e si stabilizza oggi in area 1,3191; calo dell’euro anche nei confronti delllo yen.
Sul fronte delle commodities troviamo le quotazioni dell’oro a ribasso dopo il picco raggiunto nella giornata di ieri, il metallo giallo è infatti scambiato a $1.636,50 l’oncia. La causa principale di questa improvvisa flessione è proprio la mancata conferma di una nuova fase di quantitative easing da parte della Fed in cui speravano i mercati. Per quanto riguarda i futures sul petrolio c’è un calo che porta il prezzo a $103,53 al barile. Il calendario finanziario prevede nella giornata di oggi la riunione della BCE, si prevede che i tassi non subiranno alcuna variazione rimanendo stabili all’1%. Mario Draghi parlerà in una conferenza stampa successivamente alla riunione e ci si aspettano chiarimenti sulla critica situazione in cui versa la Spagna.
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