La crescita dell’economia del Regno Unito rimane debole con un inaspettato crollo del PIL dello 0,7% nel secondo trimestre (rispetto al trimestre precedente), uno dei peggiori dati rilevati in oltre metà secolo. L’economia ha avuto una contrazione dell’1% anno su anno con la maggior parte di questo rallentamento dovuto al debole settore dell’edilizia, crollato del 5,2% trimestre su trimestre, riducendo il PIL dello 0,35%. Vi sono anche altri fattori che pesano sull’economia, tra cui le cattive condizioni metereologiche fuori stagione e i giorni di ferie concessi in occasione del Giubileo della regina Elisabetta II. Il governo è ancora impegnato nel Piano di Austerity ma ha anche fatto passi avanti per stimolare l’economia. Piani come il Funding for Lending Scheme (fondo per uno schema di prestiti) hanno il potenziale necessario ma gli effetti non si sono ancora fatti sentire. Inoltre, l’economia potrebbe ricevere una spinta dalle Olimpiadi ma è comunque necessario un miglioramento prolungato delle condizioni economiche. Guardando avanti, l’attività economica nel terzo trimestre dovrebbe rimanere piatta (-0,1% trimestre su trimestre), ma con un rimbalzo nel dato citato (poiché il numero dei giorni lavorativi torneranno nella media) e un effetto delle Olimpiadi che dovrebbe far aumentare il PIL dello 0,5% nel trimestre (rispetto al trimestre precedente). I rischi all’outlook sono al rialzo se la spesa reale dei consumatori dovesse riprendersi grazie ad un effetto delle Olimpiadi maggiore rispetto alle aspettative, una minore inflazione e un tasso di occupazione più forte. Le conseguenze per la valuta sono abbastanza contenute; ci aspettiamo che il trend del cambio GDP/USD sia laterale. Fattori esterni al Paese, in Europa e Stati Uniti, dovrebbero essere i maggiori catalizzatori della valuta. Un ulteriore peggioramento dell’area euro potrebbe infatti bloccare l’apprezzamento della sterlina e un nuovo QE varato dagli Stati Uniti potrebbe portare la sterlina in rialzo. Finché non sarà annunciata e implementata una soluzione di lungo termine per la crisi dell’Eurozona prediligeremo la sterlina rispetto all’Euro.
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