La storia economica ci insegna che tutti gli accordi di cambio sono falliti se non supportati da unità politica. L’euro potrebbe non essere un’eccezione.
La via d’uscita potrebbe essere quella che tutti gli Stati membri intraprendano un progetto politico comune, cedendo sovranità nazionale a favore di una sovranità economica e politica unitaria. Potrebbe essere uno scenario plausibile di questo decennio. Un’Europa Federale.
L’alternativa? Un ritorno a una sovranità completa dei singoli Stati e un ritorno alla situazione pre euro. Ognuno con la propria moneta, inflazione etc.
Ma operativamente cosa potrebbe succedere all’euro?
Ragionando sui possibili scenari di breve e medio termine la Banca Centrale Europea non ha scelta per evitare il disastro. Sostenere i singoli Paesi con un acquisto illimitato dei bond e del debito, o attraverso altre forme di garanzia. Il risultato finale sarà però sempre quello di “stampare” moneta. Diciamo una Fed europea.
Ma i fondamenti della zona euro e della BCE sono, in ordine di importanza 1- combattere inflazione 2- sostenere la crescita. Quelli della Fed sono rovesciati: sostenere la crescita possibilmente controllando l’inflazione. Il risultato di questo è stato finora un’euro forte verso un dollaro debole.
Stampando moneta la BCE non fa altro che scambiare l’ordine di importanza dei fondamenti descritti sopra, somigliando sempre di più alla Fed.
Scenari e risultato. Riassumendo gli scenari sono due: l’euro fallisce (euro crolla verso tutte le altre valute); la BCE salva la zona euro stampando moneta accettando inflazione (euro debole verso tutte le valute).
Sembra quindi che tutte le strade percorribili portino ad un indebolimento dell’euro nel futuro prossimo.
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