In Italia ci sono segnali qualitativi di miglioramento del quadro macroeconomico. Lo afferma la Banca d’italia nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.
Via Nazionale osserva che i sondaggi tra le imprese indicano un arresto del calo dell’attività produttiva. La dispersione delle opinioni è tuttavia ampia e le prospettive restano incerte.
I conti con l’estero sono migliorati ulteriormente, anche grazie alla tenuta delle esportazioni.
Nel settore immobiliare il numero di compravendite si è stabilizzato, la discesa dei prezzi delle abitazioni è proseguita ma si è attenuata.
Sul mercato dei titoli di Stato le condizioni di liquidità sono migliorate e i rendimenti sono scesi. I non residenti hanno continuato a effettuare acquisti netti. Bankitalia indica che va proseguito il consolidamento dei conti pubblici, per contenere i premi per il rischio sui titoli di Stato e assicurare condizioni creditizie favorevoli alla ripresa.
Malgrado la flessione del reddito disponibile, la condizione finanziaria delle famiglie indebitate rimane nel complesso solida. I bassi tassi di interesse e i provvedimenti a sostegno dei mutuatari hanno contribuito a contenere l’onere del servizio del debito; la quota di nuclei familiari finanziariamente vulnerabili non è cresciuta e dovrebbe restare stabile anche nel prossimo anno.
La redditività delle imprese è ancora calata per il protrarsi recessione. La Banca d’Italia avverte che l’elevata incertezza circa i tempi e l’intensità della ripresa economica, e le difficili condizioni di accesso al credito (in particolare per le piccole e medie imprese) rimangono fonti di rischio.
Anche il credito ha continuato a flettere. Hanno contribuito – afferma Bankitalia – sia la debolezza della domanda sia l’intonazione restrittiva dell’offerta di finanziamenti da parte delle banche, a sua volta connessa soprattutto con la crescente rischiosità delle imprese. Con il miglioramento della congiuntura la flessione del credito dovrebbe attenuarsi nel corso del 2014. Intanto è aumentato il ricorso al mercato obbligazionario da parte delle grandi aziende.
Bankitalia spiega che il principale problema delle banche italiane è rappresentato dall’aumento dei prestiti deteriorati dovuto alla prolungata recessione, concentrato nei crediti alle imprese. Dati preliminari indicano tuttavia che nel terzo trimestre di quest’anno l’incidenza del flusso di nuove sofferenze sul complesso dei prestiti avrebbe cessato di crescere.
La posizione patrimoniale delle banche ha continuato a rafforzarsi senza il ricorso a fondi pubblici. Gli esercizi condotti dalla Banca d’Italia e dal Fondo Monetario Internazionale confermano che il sistema bancario italiano non presenta nel suo complesso forti necessità di ricapitalizzazione, anche in condizioni di stress.
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