Il drenaggio fiscale (fiscal drag) ha pesato negli ultimi cinque anni significativamente sul reddito degli italiani. Lo denuncia la Cisl.
Durante il periodo 2007-2012 i contribuenti Caf-Cisl hanno cumulato una perdita pari al 5,83% del reddito 2012 (circa 1040 euro) a causa del mancato adeguamento dell’imposta all’inflazione.
L’indagine condotta dal Dipartimento fiscale Cisl unitamente all’Università di Firenze mostra che tale perdita è sopportata soprattutto dalle classi centrali (tra 10 e 55 mila euro di reddito complessivo 2012). Tra 29 e 50 mila euro la percentuale di reddito “perso” supera il 6%.
Restano poco o per nulla toccati dal fenomeno i contribuenti all’interno della no tax area, molti dei quali con un’imposta netta pari a zero nei due scenari, così come rimangono solo marginalmente sfiorati dal fenomeno i redditi alti e medio alti (sopra i 55 mila euro l’entità del fenomeno è relativamente contenuta; è minima per i redditi superiori a 150mila euro).
I lavoratori dipendenti subiscono più di tutti il mancato adeguamento del meccanismo irpef all’inflazione (la perdita cumulata, a valori 2012, è stimata al 6% del reddito 2012).
Secondo Raffaele Bonanni, il Segretario della Cisl, tali numeri sarebbero “inquietanti”.
“Il sistema fiscale italiano e’ irresponsabile – ha affermato Bonanni osservando come “chiunque debba rimediare ad una falla, ad un buco nei conti pubblici” carichi “i cittadini di una tassa in piu’ senza che vi sia una coerenza con quanto fatto prima. E’ un sistema disastroso che sovraccarica le persone e appesantisce i consumi. Nell’ultimo quinquennio lavoratori e pensionati sono stati rovinati da una eccessiva tassazione”.
Per consultare l’intera indagine della Cisl, clicca qui: Redditi ed imposte delle famiglie italiane
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