Il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), strumento insostituibile per l’erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali. Il premier Enrico Letta ha spiegato che la misura è stata presa per affrontare lo scandalo dei finti poveri. “Nel cambiamento si interviene in modo significativo a favore di famiglie e disabili”, ha aggiunto Letta.
Una riforma dell’ISEE era stata già indicata dal documento dei cosiddetti “saggi del Quirinale” come uno degli obiettivi prioritari del futuro Governo.
Per valutare in modo completo la condizione economica delle famiglie, con l’ISEE riformato saranno incrociate le diverse Banche Dati fiscali e contributive, ridotte le aree dell’autodichiarazione, saranno integrati dati e prestazioni a livello nazionale e locale.
Inoltre, la riforma prevede non solo una definizione più ampia del reddito ed un maggior peso della situazione patrimoniale, ma anche una forte attenzione alle famiglie più numerose e alle diverse condizioni di disabilità.
Le principali novità della riforma
Nel dettaglio le principali novità della riforma sono:
– in futuro verranno considerate tutte le forme di reddito, comprese quelle fiscalmente esenti;
– migliorerà la capacità selettiva dando un peso più adeguato alla componente patrimoniale;
– si considererà le caratteristiche dei nuclei con carichi gravosi, come le famiglie con 3 o più figli e quelle con persone con disabilità;
– si consentirà una differenziazione dell’indicatore in riferimento al tipo di prestazione richiesta;
– si ridurrà l’area dell’autocertificazione, consentendo di rafforzare i controlli per ridurre le situazioni di accesso indebito alle prestazioni agevolate.
Inoltre:
– sarà introdotta la possibilità di calcolare l’ISEE “corrente” in caso di variazioni del reddito corrente superiori al 25 %;
– verranno sottratti dalla nozione di reddito gli assegni di mantenimento, i redditi da lavoro dipendente (quota del 20% fino a un massimo di 3.000 euro), pensioni (quota del 20% fino a 1.000 euro), costo dell’abitazione (da 5.165 a 7.000 euro all’anno) e le spese effettuate da persone con disabilità o non autosufficienti;
-verranno aumentate le franchigie per ogni figlio successivo al secondo (500 euro per la deduzione dell’affitto, 2.500 euro per la deduzione sulla prima casa, 1.000 euro per il patrimonio immobiliare).
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