
Secondo Confartigianato i prestiti alle aziende sono calati in un anno di 50,2 miliardi. La situazione peggiore riguarda il Meridione.
La stretta del credito non si allenta e frena la ripresa. Lo denuncia Confartigianato.

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Secondo l'organizzazione italiana dell’artigianato tra ottobre 2012 e ottobre 2013 i prestiti alle aziende sono calati del 5,2%, cioè 50,2 miliardi in meno.
Al calo della quantità di finanziamenti al sistema produttivo si accompagna inoltre l'aumento dei tassi d'interesse. A ottobre 2013 - rileva Confartigianato - il tasso medio per i prestiti fino a 1 milione di euro è del 4,49% (66 punti base in più rispetto alla media UE), ma sale al 5% per i prestiti fino a 250.000 euro, vale a dire 44 punti base in più rispetto alla media UE.
Imprese del Meridione particolarmente colpite
La diminuzione del credito ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti. La situazione peggiore riguarda il Molise, seguita dalla Campania e dalla Sicilia. Anche per quanto riguarda il costo del denaro, il gap Italia-Ue per i tassi d'interesse penalizza in particolare le piccole imprese con meno di 20 addetti.
In Calabria le piccole imprese pagano i tassi d'interesse più alti: 10,60%. Seguono la Campania con il 10,14% e l'Umbria con il 10%. Sul versante opposto della classifica, il denaro è meno costoso nella Provincia Autonoma di Bolzano (6,11%), nella Provincia Autonoma di Trento (6,64%) e in Emilia Romagna (7,89%).
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, avverte che "un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica". Merletti si chiede quindi quando le banche decideranno di sostenere la ripresa.