
Durante i prossimi anni la crescita dovrebbe avvicinarsi gradualmente al 2%. Il debito pubblico scenderà solo a partire dal 2015.
Il governo italiano ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2014. Lo si apprende dal nuovo documento di economia e finanza (DEF).

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Il PIL è visto ora a +0,8% contro il +1,1% previsto dal governo di Enrico Letta. Da notare è che le previsioni dell'esecutivo italiano restano più ottimistiche di quelle del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Proprio oggi l'istituzione con sede a Washington ha confermato di attendersi per quest'anno un aumento del PIL dell'Italia dello 0,6%.
Nel DEF si legge che "l'economia italiana è entrata in una fase di ripresa, contrassegnata in prospettiva da dinamiche abbastanza favorevoli del commercio estero e da una graduale stabilizzazione della domanda interna". Durante i prossimi anni la crescita dovrebbe avvicinarsi gradualmente al 2%.
Il rapporto deficit/PIL dovrebbe calare quest'anno al 2,6% dal 3% del 2013. Per i prossimi anni è privisto un ulteriore calo, all'1,8% nel 2015, allo 0,9% nel 2016 e allo 0,3% nel 2017. Nel 2018 l'Italia dovrebbe infine registrare un saldo positivo pari allo 0,3% del PIL.
Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe attestarsi nel 2014 al 134,9%, in aumento rispetto al 132,6% del 2013. Per gli anni successivi il governo di Matteo Renzi prevede un graduale calo: al 133,3% nel 2015, al 129,8% nel 2016, al 125,1% nel 2017 e al 120,5% nel 2018.