In Italia vi sono segnali di una lenta estensione della ripresa. Lo afferma la Banca d’Italia nel suo ultimo Bollettino Economico. Via Nazionale spiega che l’andamento della produzione industriale e le inchieste presso le imprese indicano che l’attività economica ha continuato a crescere moderatamente nei primi mesi dell’anno.
La ripresa si estende ai servizi
La ripresa resta differenziata tra categorie di imprese e sul territorio nazionale, ma andrebbe estendendosi: secondo i sondaggi il miglioramento delle prospettive delle aziende industriali di maggiore dimensione e di quelle orientate verso i mercati esteri si accompagna a primi segnali positivi anche per i servizi.
Crescono ancora le esportazioni
Secondo Bankitalia gli indicatori congiunturali più recenti mostrerebbero che il buon andamento delle esportazioni è proseguito nel primo trimestre. Le prospettive restano nel complesso favorevoli: secondo le imprese gli ordini dall’estero sono in crescita.
Migliorano gli investimenti ma i consumi restano deboli
Bankitalia aggiunge che la spesa per investimenti è tornata gradualmente ad aumentare: i giudizi delle imprese sulle condizioni per investire si sono riportati in linea con quelli precedenti la crisi del debito sovrano. Vi sono inoltre segnali di stabilizzazione degli acquisti delle famiglie, con una modesta ripresa delle immatricolazioni di autovetture e con progressi nel clima di fiducia; la spesa per consumi resta tuttavia molto al di sotto (quasi l’8 per cento) del livello del 2007 e risente ancora delle prospettive dell’occupazione.
Le condizioni sul mercato del lavoro restano difficili
Nonostante qualche miglioramento, le condizioni sul mercato del lavoro rimangono difficili. Bankitalia osserva che la flessione dell’occupazione si è lievemente attenuata nella seconda metà del 2013 e le ore lavorate per addetto sono aumentate nell’industria, ma il tasso di disoccupazione ha raggiunto in febbraio il 13 per cento. “Qualora la ripresa proseguisse al ritmo moderato attualmente delineato dalla maggior parte dei previsori, il numero di occupati tornerebbe a crescere solo gradualmente, non prima della fine dell’anno”.
L’inflazione scende più del previsto
In linea con quanto osservato nell’area dell’euro, l’inflazione armonizzata in Italia ha continuato a diminuire più di quanto prefigurato nei mesi scorsi, toccando lo 0,3 per cento in marzo. L’inflazione di fondo, calcolata al netto delle componenti più volatili, si è collocata allo 0,9 per cento, tra i valori minimi nel confronto storico. “Le pressioni al ribasso – si legge nel Bollettino – riflettono in misura rilevante la debolezza della domanda; in prospettiva, sono confermate dalla flessione dei prezzi alla produzione e dalle intenzioni espresse dalle imprese, che anticipano revisioni molto modeste dei listini nei prossimi mesi”.
L’accesso al credito resta difficile
Nei sondaggi più recenti le imprese segnalano una lieve attenuazione della restrizione nelle condizioni di accesso al credito. Non si è ancora verificata un’inversione di tendenza nella dinamica dei prestiti alle imprese. Il costo del credito per le società non finanziarie nel nostro paese resta superiore a quello dell’area dell’euro di circa 80 punti base.
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