La recessione è finita ma la ripresa è fragile. È quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Istat sulla situazione del Paese.
L’istituto di statistica ricorda che la crisi ha affossato l’economia italiano. Il Pil in volume si è contratto nel 2013 dell’1,9%, riportando il livello dell’attività economica leggermente al di sotto di quello del 2000; il Pil pro capite è tornato ai livelli del 1996.
Il timido segnale di ripresa registrato nel quarto trimestre (+0,1%) dovrebbe continuare nel corso di quest’anno. Per il 2014 l’Istat prevede un aumento del Pil dello 0,6% in termini reali. Per il biennio successivo, la crescita dell’economia italiana si attesterebbe all’1% nel 2015 e all’1,4% nel 2016.
A sostenere l’economia italiana dovrebbe essere quest’anno soprattutto la domanda interna al netto delle scorte (+0,4%). L’Istat si attende infatti una risalita della spesa per consumi delle famiglie e un recupero dei tassi di accumulazione.
Negli anni successivi il supporto fornito dalle componenti interne di domanda dovrebbe aumentare (+0,9% nel 2015, +1,3% nel 2016) grazie al rafforzamento della dinamica dei consumi e degli investimenti.
La domanda estera netta dovrebbe invece sostenere la crescita nel triennio di previsione in misura più contenuta che nel recente passato (rispettivamente per due decimi di punto nel 2014 e per un decimo di punto percentuale nel 2015 e 2016).
Per il periodo di previsione è previsto un ritorno della crescita delle importazioni di beni e servizi, sostenute dalla ripresa della spesa per consumi privati e, soprattutto, degli investimenti produttivi e delle esportazioni (essendo le componenti a più elevato contenuto di beni esteri), compensando così l’evoluzione favorevole delle esportazioni di beni e servizi. Quest’ultima dovrebbe beneficiare del consolidarsi della domanda internazionale e di un possibile deprezzamento del tasso di cambio dell’euro.
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