La lunga recessione, in atto dal 2008 con una breve interruzione, si è arrestata alla fine dello scorso anno, ma una vera ripresa stenta ad avviarsi. Lo afferma Ignazio Visco, il Governatore della Banca d’Italia, nelle sue Considerazioni finali illustrate durante l’Assemblea Ordinaria dei Partecipanti al capitale dell’istituto centrale.
Il lascito della recessione è pesante
Visco spiega nel documento, lungo 23 pagine, che il lascito della recessione è pesante. “La caduta dell’attività rivolta all’interno è stata drammatica: nel complesso la produzione industriale si è contratta di un quarto. Nell’ultimo trimestre del 2013, mentre le esportazioni erano quasi tornate ai livelli della fine del 2007, i consumi delle famiglie erano ancora inferiori di circa l’8 per cento, gli investimenti del 26, con una perdita di capacità produttiva nell’industria dell’ordine del 15 per cento”.
La crisi ha affossato l’occupazione
Visco aggiunge che la crisi si è riflessa pesantemente sul numero degli occupati e quindi sui redditi delle famiglie. “Tra il 2007 e il 2013 l’occupazione è scesa di oltre un milione di persone, quasi interamente nell’industria; è anche diminuito il numero medio di ore lavorate. Il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato rispetto al minimo toccato nel 2007, al 12,7 per cento dello
scorso marzo.” Visco avverte che l’offerta di posti di lavoro tornerà a salire solo lentamente.
Progressi grazie alle riforme
Tuttavia l’Italia ha fatto dei progressi grazie all’attuazione di importanti riforme. “Risultati importanti – osserva Visco – sono stati ottenuti nell’aggiustamento della finanza pubblica”. Secondo il Governatore di Bankitalia “laa riduzione del rapporto tra debito e prodotto resta la sfida ineludibile per il nostro paese; la sua velocità dipende dal ritorno a una crescita stabile e sostenuta”.
Visco aggiunge che crescita economica ed equilibrio del bilancio pubblico non possono che essere perseguiti congiuntamente. Per questo motivo esorta a non disperdere i risultati ottenuti con tanto sacrificio. Ora si potrebbero intraprendere azioni di sostegno alla crescita, “proseguendo ad esempio nell’accelerazione dei tempi di pagamento delle Amministrazioni pubbliche e nella riduzione del cuneo fiscale sul lavoro”.
Perseguire obiettivi chiari e credibili
Visco afferma che le regole di bilancio condivise in Europa e recepite nell’ordinamento italiano sono volte ad assicurare nel tempo la sostenibilità dei conti pubblici. “I margini di flessibilità che esse consentono possono essere sfruttati nell’ambito di una strategia convincente di riforme strutturali, volta al perseguimento di obiettivi chiari e credibili”.
In questo contesto un’azione capillare di recupero di efficienza nella pubblica amministrazione, condotta nell’ambito della revisione della spesa, potrebbe favorire una ricomposizione del bilancio a vantaggio delle poste più produttive.
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