
Nel periodo 2007-2013 la produzione manifatturiera italiana è scesa in media del 5% all'anno.
Il settore manifatturiero italiano ha perso significativamente colpi negli ultimi dodici anni. È quanto emerge dal rapporto "Scenari industriali" del Centro studi di Confindustria (CSC).

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Mentre tra il 2000 e il 2013, l'incremento dei volumi prodotti a livello mondiale è stato del 36,1%, l'Italia ha registrato un calo del 25,5%. Il CSC osserva che questo divario si è allargato drammaticamente negli ultimi anni. Nel periodo 2007-2013 la produzione è scesa in media del 5% all'anno, una contrazione che non ha riscontro negli altri più grandi paesi manifatturieri.
L'Italia scende all'ottavo posto
In questo modo l'Italia è passata in sei anni dal quinto all’ottavo posto nella graduatoria internazionale dei maggiori produttori elaborata annualmente dal CSC. Al primo posto resta la Cina, seguita da Stati Uniti, Giappone, Germania, Corea del Sud, India e Brasile.
Chiudono 120 mila imprese
Il declino del settore manifatturiero italiano ha comportato, dal 2001 al 2013, la perdita di oltre 120 mila imprese manifatturiere. Un milione e 160 mila addetti hanno perso il lavoro.
Tra le cause più prossime di questa dinamica negativa il CSC cita il calo della domanda interna, l’asfissia nel credito, l’aumento del costo del lavoro slegato dalla produttività, la redditività che ha toccato nuovi minimi.