Fiat (IT0001976403) ha comunicato che il suo Consiglio di Amministrazione ha approvato il progetto di fusione per la creazione di Fiat Chrysler Automobiles (FCA).
Il gruppo torinese spiega che l’approvazione di oggi è un ulteriore passo nel piano di riorganizzazione annunciato il 29 gennaio 2014 a seguito dell’acquisto della restante partecipazione in Chrysler. “Per effetto della fusione – si legge – FCA diventerà la società holding del gruppo“.
Il progetto di fusione prevede che gli azionisti di Fiat ricevano un’azione ordinaria FCA per ciascuna azione ordinaria Fiat da essi detenuta. Le azioni ordinarie FCA saranno quotate a Wall Street (NYSE) e sul Mercato Telematico Azionario (MTA) a Milano.
FCA adotterà anche un meccanismo di voto speciale, “concepito per favorire lo sviluppo e il continuo coinvolgimento di una base azionaria di lungo periodo, consentendo agli azionisti che partecipano alla fusione e ai nuovi azionisti che deterranno azioni FCA continuativamente per un periodo di tre anni di poter effettivamente esercitare due voti per ciascuna azione ordinaria di FCA che detengano”. In questo modo la famiglia Agnelli continuerà a esercitare il controllo del gruppo attraverso Exor (IT0001353140) anche in caso di diluizione nel capitale ordinario.
Ora è necessario solo il via libero degli azionisti. Fiat prevede che un’assemblea straordinaria sarà tenuta nel terzo trimestre del 2014, a seguito del completamento dei richiesti passi societari e regolamentari. Gli azionisti che non voteranno a favore della fusione potranno esercitare il diritto di recesso. Fiat prevede che l’operazione possa essere completata entro fine anno.
Il Consiglio di Amministrazione del Lintotto ha inoltre approvato una riorganizzazione interna. Fiat acquisterà dalla sua controllata Fiat Group Automobiles (“FGA”) l’intera partecipazione in Fiat North America LLC (“FNA”), la controllata del gruppo che possiede Chrysler. Questa operazione conduce FNA, e quindi Chrysler, sotto il controllo diretto di Fiat.
È stata infine deliberata l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo fino a 4 miliardi di euro – o importo equivalente in altra divisa – da collocarsi presso investitori istituzionali. “Le emissioni – si lege nel comunicato – sono concepite nell’ottica della gestione del debito consolidato del gruppo, particolarmente in considerazione di alcune delle emissioni più risalenti che verranno a scadenza tra la data odierna e la fine del 2015”.
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