L’Istat ha confermato oggi che l‘inflazione (indice NIC) è aumentata in Italia a luglio da anno ad anno, dello 0,1%, dallo 0,3% di giugno. Si tratta del più basso livello dall’agosto del 2009.
L’Istat osserva che il rallentamento dell’inflazione è principalmente imputabile all’ampliarsi della flessione su base annua dei prezzi degli Energetici regolamentati. Il contributo di altri raggruppamenti di prodotto è marginale.
L’inflazione di fondo, al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, è scesa allo 0,6%, dallo 0,7% di giugno; al netto dei soli beni energetici si è attestata allo 0,3% (da +0,5% del mese precedente).
Su base mensile l’inflazione è scesa a luglio dello 0,1% contro il +0,1% registrato a nel mese precedente. Anche in questo caso, si conferma la stima preliminare. L’Istat spiega che il calo dell’indice NIC rispetto a giugno è da ascrivere principalmente ai ribassi dei prezzi della Frutta fresca (-9,0%) e dei Vegetali freschi (-3,8%) – su cui incidono fattori di natura stagionale – e dei prezzi degli Energetici regolamentati (-3,1%); a contenere questo calo sono i rialzi mensili dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+0,8%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,5%), anch’essi influenzati da fattori stagionali.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona ( il cosiddetto “carrello della spesa“) sono calati dello 0,7% rispetto a giugno e dello 0,6% su base annua (da -0,5% del mese precedente). Si tratta del più forte calo dall’agosto del 1997.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), quello considerato dall’UE per le sue statistiche, è calato a luglio del 2,1% su base mensile e registrato una variazione nulla su base annua, (era +0,2% a giugno). L’Istat indica che la flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi estivi dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto.
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