Nei capoluoghi la Tasi (l’imposta sui servizi indivisibili) sarà più leggera dell’Imu. Lo afferma la CGIA di Mestre.
L’Ufficio studi dell’associazione mestrina ha comparato l’importo che i proprietari di prima casa pagheranno quest’anno con la Tasi rispetto a quanto hanno versato nel 2012 quando c’era l’Imu. Da ciò è emerso che in 2 Comuni capoluogo su 3 il nuovo tributo sarà più “leggero” della vecchia imposta municipale.
Il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, precisa tuttavia che il risultato che emerge dal confronto è ancora parziale, perché non hanno ancora deliberato l’aliquota Tasi, o pubblicato la medesima sul sito del Dipartimento delle Finanze, almeno altri 25 Comuni capoluogo di provincia.
La CGIA spiega che i calcoli sono stati effettuati sulla rendita catastale media di ciascun Comune capoluogo di Provincia. Inoltre, si è presa in considerazione un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2 che comunemente è la più diffusa) e sono state rilevate le aliquote e le detrazioni presenti nelle delibere comunali pubblicate entro l’8 settembre 2014 sul sito del Dipartimento delle Finanze. Ovviamente, i risparmi o gli aumenti di imposta sono importi medi.
La CGIA avverte che la situazione cambia in senso peggiorativo in presenza di figli o per rendite catastali più basse. Le maggiori detrazioni Imu infatti rendono il confronto con la Tasi sfavorevole per il contribuente. Nel nostro caso, ripetendo i calcoli sono oltre il 50% dei comuni capoluoghi di provincia (40 su 76) nei quali la Tasi è più pesante dell’Imu.
I proprietari di prima casa che rispetto a 2 anni fa subiranno i rincari maggiori sono quelli residenti a Verbania (+ 200 euro), a Mantova (+ 120 euro), a Prato (+ 117 euro), a Trieste (+ 100 euro), ad Ascoli Piceno (+ 85 euro) e a Lucca (+ 83 euro).
Coloro che dal confronto Tasi/Imu godranno il maggior risparmio sono i proprietari di prima casa residenti a Siena: il vantaggio economico rispetto al 2012 sarà per ciascuno di loro di 374 euro. Seguono i torinesi (- 332 euro), i romani (- 319 euro), i livornesi (- 277 euro) e i brindisini (- 260 euro).
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